Ancora oggi non abbiamo idea di quale sia il reale impatto dei social sulle persone. Per questo motivo dalla Bocconi è nato un progetto di ricerca, Social Media: Measuring Effects and Mitigating Downsides, con l’obiettivo di costruire degli studi empirici per dimostrare quali sono gli effetti di Facebook e degli altri social media sulla nostra salute mentale e sulle nostre decisioni politiche.
Spiega Luca Braghieri, a capo del progetto: «Oggi più della metà del mondo è in qualche modo presente sui social: un passaggio avvenuto inoltre molto rapidamente, nel giro di circa vent’anni. Sappiamo poco di quali siano stati gli effetti. Certo, possiamo scovare molti elementi nei dati, scoprendo che chi usa queste piattaforme ha determinate caratteristiche o magari è più incline alla depressione, ma spesso si tratta di correlazioni che poco ci dicono del rapporto di causalità. Una parte del progetto è quindi quello relativo alla comprensione degli effetti e, dove questi effetti sono presenti, come invece mitigarli».
Alcuni studi recenti avrebbero sminuito il reale impatto dei social sulle nostre decisioni politiche. Tuttavia, per Braghieri, questi risultati hanno problemi alla base: «Questi paper ci dicono che gli effetti dei social, per esempio, nelle elezioni statunitensi del 2020 sono stati quasi trascurabili. Ciò riguarda però il 2020, quando già Facebook aveva drasticamente ridotto il numero di contenuti politici presenti sulla piattaforma. È comunque importante capire cosa sia invece avvenuto nelle elezioni precedenti».
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Oggi, la circolazione delle fake news sembra essere molto ridotta rispetto ad anni fa, nello stesso modo in cui si riduce la visibilità dei network delle pagine che sostengono i movimenti populisti.
«L’esperimento che voglio condurre prende le mosse da una considerazione: negli Stati Uniti, tra il 2004 e il 2006, Facebook è stato accessibile soltanto nei college, dove tra l’altro ha conquistato un successo immediato», prosegue Braghieri.
«Considerati i meccanismi che regolano i social, ancora oggi dovremmo vedere differenze nei tassi di penetrazione di Facebook tra le persone che sono andate al college al tempo in cui Facebook è stato introdotto e chi invece non è andato al college. Grazie alle informazioni a cui possiamo accedere negli Stati Uniti, relative al coinvolgimento politico delle persone, il loro anno di nascita, l’istruzione e la presenza su Facebook, possiamo così stimare l’impatto di questo social sull’affluenza, la preferenza politica e le donazioni ai partiti».
Ci sono altri progetti che prevedono di valutare quanto sono propensi gli utenti a seguire pagine social di maggior qualità, oppure valutare il potenziale impatto positivo delle pagine social che raccontano quali sono gli effetti dei social sulla nostra salute mentale.
Un ulteriore esperimento che potrebbe raggiungere importanti risultati è relativo all’impatto sul benessere soggettivo e sulle capacità cognitive dei bimbi con età compresa tra 6 e 12 anni. Conclude Braghieri: «E’ un esperimento che proveremo a condurre in Danimarca, dividendo i bambini in due gruppi statisticamente omogenei e provando a convincere i genitori di uno dei due gruppi a rimandare di un anno l’acquisto dello smartphone. Ciò dovrebbe aiutarci a capire, al termine del periodo temporale in considerazione, se nel gruppo che è stato privato dello smartphone ci sono differenze rispetto all’altro, in termini di risultati scolastici e non solo».
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