Dopo le elezioni presidenziali del 2020 in USA, al primo posto delle classifiche delle app più scaricate c’era Parler, un social molto popolare nella destra americana. Nei giorni successivi alle elezioni presidenziali americane, Parler ha aumentato i suoi iscritti, passando da 4,5 a 8 milioni.
Il social è nato nel 2018 grazie a due programmatori del Colorado, tra cui troviamo John Matze. Lo scopo era quello di offrire alle persone un’alternativa “basata sulla libertà di parola” che, secondo Matze, i social tradizionali non garantiscono.
Gli utenti iscritti a Parler, infatti, possono postare «senza timore di essere banditi per le proprie opinioni». Ci sono soltanto due regole: non sono consentite attività spam o criminali. Grazie a questi principi, l’app ha raggiunto il primo posto nella classifica dei download negli ultimi mesi del 2020.
Parler ricorda un po’ Twitter: infatti, ci sono gli echoes, che equivalgono ai retweet. Al posto della spunta blu del “verificato”, troviamo invece una medaglia gialla. Addirittura, in alcuni casi i post banditi da Twitter sono ricomparsi quasi immediatamente su Parler.
L’esclusione di Parler dagli store
Nel gennaio del 2021 Amazon ha comunicato l’intenzione di escludere Parler dal suo servizio di web hosting, dato che violava le sue linee guida. Anche Google e Apple avevano deciso di togliere l’app dai loro store.
Si ritiene che Parler abbia avuto un ruolo importante nell’organizzazione dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, in segno di protesta contro la vittoria di Joe Biden. Avrebbe contribuito, inoltre, a diffondere la teoria del complotto di QAnon, secondo la quale il mondo sarebbe governato da pedofili satanisti legati al Partito democratico americano, che Trump avrebbe provato a sconfiggere durante il suo mandato.
In una nota, Google Play aveva dichiarato: «Per poter distribuire un’app attraverso Google Play abbiamo bisogno che le app implementino una forte moderazione per contenuti di grande valore. Alla luce di questa continua e urgente minaccia per la sicurezza pubblica, sospendiamo gli annunci dell’app dal Play Store fino a quando non affronterà questi problemi».
Matze aveva replicato dicendo: «Non cederemo alle aziende politicamente motivate e agli autoritari che odiano la libertà di parola!».
Apple aveva dato a Parler 24 ore di tempo «per rimuovere tutti i contenuti discutibili dalla propria app, così come qualsiasi contenuto che si riferisca a danni alle persone o ad attacchi alle strutture governative ora o in qualsiasi data futura».
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Kanye West acquisterà Parler
Recentemente, Kanye West non ha perso l’occasione per far parlare di sé. Dopo essersi presentato ad una sfilata parigina del suo brand Yeezy con una t-shirt che riportava la scritta “White Lives Matter” e dopo essersela presa con gli ebrei su Twitter, il rapper americano ha deciso di acquistare Parler.
Per il momento, i dettagli economici della trattativa non si conoscono. Quello che sappiamo è che l’accordo verrà formalizzato entro la fine dell’anno.
Secondo West, acquisire Parler è un importante passo in avanti nella lotta contro la censura sui vari social: «In un mondo in cui le opinioni conservatrici sono considerate controverse, dobbiamo assicurarci di avere il diritto di esprimerci liberamente».
Anche secondo il CEO di Parler, George Farmer, l’accordo «cambierà il modo in cui il mondo pensa alla libertà di parola. Stiamo compiendo una mossa rivoluzionaria nello spazio dei media e della libertà di parola e gli utenti non dovranno più preoccuparsi di essere censurati».
Truth social
Ma le vie alternative ai social tradizionali non finiscono qui. Dopo essere stato bannato da Twitter e Facebook, Donald Trump ha deciso di fondare Truth Social, una «piattaforma libera, senza censure».
In questi giorni il social sta sbarcando negli USA su Google Play, dopo un accordo sulla moderazione dei contenuti. Lo scorso agosto, infatti, Google aveva respinto Truth Social dal suo store, poiché mancava una politica di moderazione dei contenuti che incitano alla violenza.
Ora che il problema è stato risolto, gli americani potranno scaricare l’app dallo store di Google; ma quanti lo faranno, effettivamente?
Gonfiare i numeri dell’app
Non esistono delle stime sulle iscrizioni a Truth Social, ma si parla di 2 milioni di nuovi iscritti al mese. Twitter, per esempio, conta 300 milioni di nuovi utenti al mese.
Truth sta cercano di nascondere in tutti i modi le poche interazioni. È addirittura impossibile accedere alla lista dei follower degli account, così come non si può accedere alla lista dei ReTruths (una cosa simile ai Retweets). Secondo gli esperti la mossa nasconderebbe la grossa presenza di account fake, che vengono utilizzati per gonfiare i numeri dell’app.
I ricercatori del Pew Research Center hanno scoperto che gli utenti che vengono bannati dai social tradizionali non sono interessati a Truth, ma ad altri social alternativi come Rumblr, BitChute, Telegram o Gettr.
La realtà è che Truth è un social simile a molti altri, che ha già bannato utenti e non conta una community dove confrontarsi sui temi cari alla destra americana. Si parla di Ucraina, Russia e inflazione: le stesse cose che troviamo su Twitter.
Musk libera Trump
La decisione di West arriva mentre la complessa operazione di Elon Musk per l’acquisizione di Twitter continua ad essere in prima pagina. Dopo aver fatto retromarcia, ora Musk ha rilanciato l’offerta iniziale per acquistare il social per 44 miliardi di dollari.
Se il processo di acquisizione andrà a buon fine, Musk ha promesso che allenterà le regole con cui Twitter regola la libertà di parola. Esiste anche la possibilità che venga sbloccato l’account di Trump. Chissà, staremo a vedere.
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