Hacker professionisti a libro paga, sommergibili radiocomandati e droni per il traffico di droga e armi: sono le “cybermafie”, la nuova frontiera della criminalità organizzata, che sfrutta il web e le tecnologie avanzate per aumentare profitti e controllo. Questo fenomeno viene descritto nel rapporto “Cyber Organized Crime – Le mafie nel cyberspazio”, presentato dalla Fondazione Magna Grecia in occasione dei suoi 40 anni alla Camera dei deputati, dopo un’anteprima all’ONU lo scorso aprile.
Le cybermafie operano in modo “ibrido”, affiancando ai metodi tradizionali di estorsione nuove attività digitali sul dark web e nel metaverso. Per ampliare il loro raggio d’azione, reclutano ora ingegneri informatici, hacker e persino “drug designer” accanto a figure tradizionali come avvocati e commercialisti.
Cybercriminalità: un’allerta per le PMI e nuove norme di sicurezza
Le piccole e medie imprese (PMI) sono sempre più bersagliate dagli attacchi ransomware, che hanno colpito principalmente il settore privato (84%) nel 2023, con il 46,3% delle vittime appartenente a piccole realtà. Importante una strategia preventiva, oltre che punitiva, contro il cybercrime: in Italia è in discussione una nuova legge per rafforzare le pene contro i crimini informatici, ma l’approccio preventivo rimane cruciale per proteggere l’intero ecosistema digitale nazionale. Fondamentale anche il ruolo della formazione e della consapevolezza: spesso gli attacchi sfruttano la disattenzione umana, uno degli anelli deboli della sicurezza informatica.
Il recente report dell’Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza colloca gli attacchi alle catene di fornitura software come la minaccia principale entro il 2030. Le PMI, parte vitale del tessuto economico italiano, devono essere attrezzate per far fronte a queste sfide, con l’aiuto della ricerca universitaria e delle nuove strategie di difesa.
Soluzioni e collaborazioni per la sicurezza nazionale
Tra le proposte emerse dal rapporto, l’adozione di applicativi digitali per prevenire gli attacchi, la cooperazione tra amministrazioni pubbliche e imprese, e l’uso di modelli cooperativi di cybersicurezza. Si raccomanda un partenariato pubblico-privato e una cooperazione multilivello per un’efficace gestione dei rischi e per assicurare un sistema di sicurezza robusto per l’Italia, in grado di fronteggiare le crescenti minacce del cyberspazio.
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