POTREBBE ESSERE UNA TRUFFA, TUTTAVIA L’IPOTESI ALTERNATIVA SAREBBE BEN PIÙ GRAVE
Gli esperti ritengono che la vendita del green pass personale su Telegram sia quasi certamente una truffa. Tuttavia, se così non fosse, significherebbe che qualcuno sta firmando digitalmente attraverso chiavi private di un paese europeo. Le indagini proseguono, ma ogni scenario alternativo alla truffa si prospetta possibilità ben più grave.
Green pass venduti su Telegram: perché è quasi di certo una truffa
Telegram resta inerte davanti al proliferare della vendita di Green Pass falsi da parte di amministratori di alcuni gruppi nella sua applicazione. Per altro, il prezzo per il loro acquisto è ora raddoppiato e si paga soltanto con mezzi non tracciabili. Il fenomeno è in atto già da qualche giorno ma vale la pena sottolineare che, in appena 24 ore, si è passati da una richiesta di 100-120euro (rispettivamente per la versione digitale e per quella cartacea) a 200-220 euro.
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FUNZIONA COSÌ: si consegnano i propri dati, si paga in bitcoin e -in 48/72 ore- si ottiene il proprio green pass valido e funzionante a proprio nome. A questo proposito, l’esperto informatico forense Paolo dal Checco spiega: “L’ipotesi più probabile […] è che è una truffa, di soldi e di dati personali”.
Dunque, i green pass sarebbero corretti in apparenza, ma firmati con una firma digitale che -sottoposta a verifica- risulta invalida.
Comunque, gli scenari alternativi alla truffa sono due: c’è un funzionario corrotto di un paese che firma digitalmente questi green pass; il sistema di chiavi private di un paese membro è stato manomesso. Tuttavia, l’ultima ipotesi sembrerebbe improbabile e, comunque, anche se fosse davvero così, sarebbe più logico ipotizzare vie più riservate per monetizzarlo.
In ogni caso, continuano le indagini per verificare che si tratti effettivamente di una truffa e smentire -così- ogni altra alternativa possibile.
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