1 Luglio 2025 - IL PUNTO | Braccio di ferro tra poteri

Giustizia, scontro istituzionale sulla relazione della Cassazione sul decreto Sicurezza

Il ministro Nordio contesta la diffusione di un documento critico sul decreto voluto dal governo. L’Associazione nazionale magistrati difende il ruolo tecnico della magistratura e accusa tentativi di delegittimazione.

Roma, 1 luglio 2025 – Scontro istituzionale tra il ministero della Giustizia e la magistratura in seguito alla pubblicazione di una relazione tecnica dell’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, dedicata al recente decreto Sicurezza. Il documento, di natura giuridica, solleva numerose perplessità sul piano costituzionale e applicativo, attirando la reazione del guardasigilli Carlo Nordio, che ha chiesto chiarimenti sulla diffusione del testo e avviato un’istruttoria per verificare le modalità di divulgazione.

La relazione, elaborata dall’organo della Suprema Corte incaricato di supportare l’interpretazione giurisprudenziale, analizza nel dettaglio il provvedimento approvato dal governo e già convertito in legge, evidenziando criticità relative alla mancata sussistenza dei requisiti di urgenza e alla possibile violazione di principi costituzionali, in particolare riguardo al diritto di manifestazione, di sciopero e alla libertà personale.

Secondo il ministro della Giustizia, la questione non riguarda tanto il merito delle osservazioni, quanto la loro circolazione. Nordio ha disposto che il suo dicastero acquisisca formalmente il documento e verifichi se il regime di pubblicità seguito sia conforme alle procedure ordinarie. Una posizione che ha provocato la ferma replica dell’Associazione nazionale magistrati (Anm), che ha difeso il carattere tecnico e pubblico delle relazioni del Massimario, sottolineando come esse rappresentino un contributo al dibattito giuridico e non un atto politico.

Il confronto tra le parti riflette una tensione più ampia tra il potere esecutivo e quello giudiziario. Il governo accusa la magistratura di voler condizionare l’indirizzo legislativo, mentre l’Anm denuncia tentativi di limitare il ruolo critico e tecnico dei magistrati nella valutazione delle norme. Sul punto sono intervenuti anche esponenti della maggioranza parlamentare, come il senatore Maurizio Gasparri, che ha definito il documento una provocazione e ribadito la necessità di riformare profondamente il sistema giudiziario.

Nel merito, la relazione formula una lunga serie di rilievi. Viene evidenziata, tra le altre cose, l’eterogeneità dei contenuti del decreto e la carenza di motivazioni straordinarie che ne giustifichino l’urgenza. Criticità sono state individuate anche in relazione ad alcune nuove norme penali introdotte, giudicate potenzialmente lesive dei diritti fondamentali e a rischio di violare il principio di proporzionalità previsto dalla Costituzione.

La vicenda rischia di riaprire il dibattito sulla collocazione e sui poteri reciproci delle istituzioni nell’ordinamento democratico. Le relazioni del Massimario, seppur prive di valore vincolante, possono infatti orientare il lavoro dei giudici e costituire un punto di riferimento per eventuali future pronunce di legittimità costituzionale. Per questo motivo il loro ruolo viene considerato strategico, non solo in sede giuridica ma anche nel confronto tra istituzioni.

Lo scontro si inserisce in una stagione già segnata da tensioni sul fronte giustizia, dalle polemiche sulla separazione delle carriere alla riforma del Consiglio superiore della magistratura. La relazione continuerà a circolare e alimenterà inevitabilmente il dibattito politico e istituzionale, in attesa di chiarimenti ufficiali e di eventuali nuove prese di posizione.


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