Così come chiesto dall’ANM al Min. Bonafede, le norme emergenziali sono state prorogate fino al 30 aprile 2021 anche per il settore della Giustizia.
NORME EMERGENZIALI PER RIDURRE LE OCCASIONI DI CONTAGIO
La proroga delle norme emergenziali fa riferimento a quanto contenuto nell’articolo 1, comma 1, del D.L. 19/2020 che aveva inizialmente fissato la fine dell’emergenza al 31 gennaio 2021, anche per la giustizia.
Le misure hanno come obiettivo il contenimento dei contagi tramite una riduzione delle occasioni di assembramento. Ne deriva quindi la necessità di una limitazione alla presenza fisica del personale all’interno degli uffici pubblici «fatte comunque salve le attività indifferibili e l’erogazione dei servizi essenziali prioritariamente mediante il ricorso a modalità di lavoro agile».
CONSEGUENZE SULLA GIUSTIZIA
Per la Giustizia ciò significa che si proseguirà seguendo le misure già in adozione.
Tra queste:
– i processi d’appello e quelli davanti alla Corte di Cassazione si svolgono in modalità cartolare, salvo istanza delle parti per l’udienza in presenza;
– gli atti possono essere depositati via PEC;
– le indagini preliminari possono essere svolte usufruendo delle tecnologie da remoto, soprattutto per i colloqui con la persona offesa, la persona sottoposta alle indagini, i consulenti o gli esperti di cui si avvale il pm, o la polizia giudiziaria;
– il deposito di memorie e documenti per la conclusione delle indagini viene eseguito tramite il portale del processo penale telematico;
– le udienze civili e penali per le quali sarebbe ammessa presenza del pubblico, vengono ora celebrate a porte chiuse;
– il processo d’appello avviene in modalità scritta, con la Camera di consiglio da remoto e lo scambio di documenti al posto della presenza fisica di avvocati e pubblici ministeri;
– è conferma la sospensione della prescrizione e dei termini di custodia cautelare nei procedimenti penali.
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