Mentre il Ministero della Giustizia accelera sul fronte della riduzione dell’arretrato civile con un piano straordinario che consente ai magistrati di lavorare da remoto, riconoscendo loro indennità economiche e punteggi di anzianità, il personale amministrativo continua a essere dimenticato. È quanto denuncia con forza Claudia Ratti, Segretario Generale di Confintesa Funzione Pubblica, che mette sotto accusa la disparità di trattamento tra toghe e personale amministrativo, vero motore operativo degli uffici giudiziari.
“Apprendiamo che ai magistrati sarà garantita la possibilità di lavorare in modalità agile con incentivi economici e riconoscimenti di carriera, mentre per gli amministrativi nulla è cambiato”, dichiara Ratti. “Non solo sullo smart working, che oggi sarebbe ancora possibile per molte attività e che molti colleghi auspicano, ma soprattutto sul fronte degli incentivi economici legati alla produttività, dove il Ministero è inspiegabilmente fermo al 2023, nonostante un’ipotesi di accordo sottoscritta”.
Il provvedimento in questione, trasmesso dal Capo di Gabinetto Giusi Bartolozzi al CSM, istituisce la possibilità per 500 giudici civili di essere applicati da remoto per sei mesi, con l’obiettivo di velocizzare la definizione di procedimenti civili in linea con gli impegni PNRR. Il magistrato riceverà un’indennità mensile di disponibilità e un punteggio di anzianità aggiuntivo, con ulteriori benefit se il numero di procedimenti definiti supererà una soglia prefissata.
“È paradossale,” prosegue Claudia Ratti, “che mentre si moltiplicano le iniziative e i riconoscimenti per i magistrati, al personale amministrativo si continuino a negare non solo strumenti organizzativi moderni come lo smart working, ma anche il riconoscimento degli incentivi di produttività per il 2024. Siamo ancora fermi alla quota del 2023 e di nuove risorse per il lavoro straordinario, per i carichi aggiuntivi e per il contributo al raggiungimento degli obiettivi PNRR non c’è traccia, nonostante esista già un’ipotesi di accordo.”
Confintesa Funzione Pubblica ribadisce che la giustizia non si fa solo nelle aule dei tribunali, ma passa anche per il lavoro quotidiano di migliaia di amministrativi che gestiscono fascicoli, notifiche, udienze e adempimenti senza i quali nessun magistrato potrebbe emettere una sentenza.
“È una questione di rispetto e di dignità professionale”, incalza Ratti. “Se il Governo e il Ministero della Giustizia vogliono davvero accelerare la macchina giudiziaria, devono garantire pari attenzione a tutto il personale, riconoscendo incentivi equi e condizioni di lavoro dignitose. Lo smart working deve essere una possibilità, non un privilegio di pochi, e gli incentivi sulla produttività devono essere aggiornati e corrisposti tempestivamente, perché il personale sta già sostenendo da mesi carichi di lavoro eccezionali, spesso senza alcun riconoscimento.”
Confintesa FP annuncia che porterà nuovamente la questione al tavolo nazionale e non esclude iniziative di mobilitazione se non arriveranno risposte concrete.
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