La recente iniziativa del Ministero della Giustizia di costituire una task force di 500 magistrati per affrontare il nodo cruciale dell’arretrato nella giustizia civile, in un contesto in cui gli obiettivi del PNRR appaiono ancora distanti, sollecita una riflessione equilibrata. Alberto Del Noce, presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, pur riconoscendo la volontà di intervento, evidenzia come tale misura debba necessariamente integrarsi con un piano di riforme strutturali e un adeguato stanziamento di risorse per garantire un miglioramento duraturo ed efficace del sistema.
I dati sul disposition time presentati dal Ministero indicano un progresso, seppur parziale, nei tempi processuali. Tuttavia, la meta di una riduzione del 40% entro il 2026 rimane una sfida complessa, acuita dalla persistente pressione su alcuni tribunali metropolitani. In questo scenario, la task force rappresenta una risposta all’urgenza di alleggerire il carico pendente.
Pur comprendendo la logica di un intervento emergenziale, l’UNCC sottolinea l’importanza di considerare attentamente le implicazioni di un modello di giustizia basato prevalentemente sull’operatività remota di magistrati non sempre coinvolti nella fase istruttoria. Le riflessioni già avanzate dal Consiglio Superiore della Magistratura in merito alla tutela del principio del giudice naturale e alla qualità complessiva della funzione giurisdizionale meritano una ponderata valutazione. Analogamente, l’efficacia a lungo termine di una misura che si affianca a un Ufficio per il Processo i cui risultati appaiono ancora in fase di consolidamento necessita di un monitoraggio costante.
In quest’ottica, l’UNCC auspica che l’iniziativa della task force non rimanga un intervento isolato, ma si inserisca in una visione più ampia e strategica per la giustizia civile. È fondamentale che il legislatore consideri con attenzione la necessità di un investimento più consistente e continuativo nel settore, equiparandolo all’importanza di altri servizi pubblici essenziali. Parallelamente, una riflessione approfondita sul sistema di reclutamento e formazione della magistratura e del personale amministrativo, unitamente a misure di razionalizzazione del contenzioso, appare imprescindibile per affrontare le criticità strutturali del sistema.
L’Unione Nazionale delle Camere Civili, pur nella consapevolezza delle difficoltà contingenti, si pone come interlocutore propositivo, disponibile a collaborare per individuare soluzioni che coniughino l’esigenza di una risposta rapida all’arretrato con la necessità di costruire una giustizia civile efficiente, moderna e pienamente rispettosa dei principi costituzionali.
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