“Il ministro della Giustizia non perde occasione per mostrare quanto sia poco interessato a tutelare, nei fatti e non con inutili declamazioni, l’indipendenza della magistratura e la credibilità dell’istituzione giudiziaria. Con poche battute – infelicemente ironiche – pronunciate a margine del question time del 17 luglio scorso alla Camera dei deputati, ha accusato il Tribunale di Genova, che ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari applicati al presidente della Regione Liguria, di aver emesso un provvedimento incomprensibile. Ciò ha detto dopo aver premesso che le vicende giudiziarie non devono condizionare le sorti di una carica politica o amministrativa legittimata dal voto popolare. Ha così lasciato intendere all’opinione pubblica che il Tribunale di Genova abbia male operato e che il processo nei confronti del presidente della Regione Liguria sia una indebita interferenza nella vita politica e amministrativa di quella Regione”.
Lo afferma in una nota la Giunta esecutiva centrale dell’Associazione nazionale magistrati.
“La frequenza con cui il ministro si lascia andare a commenti irriguardosi per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura ci impedisce di dirci sorpresi da questa ennesima esternazione – prosegue la nota -. Non ci libera però dal dovere di ricordare che la nostra Costituzione, meritevole di essere letta e riletta non meno dei grandi classici del pensiero filosofico, è incentrata sul principio di eguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini, abbiano o meno un incarico per mandato elettorale, e stabilisce, proprio nel suo primo articolo, che la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione stessa”.
“Non v’è spazio nella nostra democrazia per pretese di impunità per quanti hanno ricevuto un mandato elettorale, perché anche la sovranità popolare, di cui gli eletti sono espressione, incontra limiti, quelli posti in Costituzione. E la Costituzione affida alla giurisdizione, che si pronuncia in nome del popolo italiano, e che quindi non ha un minor grado di legittimazione democratica, il controllo di legalità anche nei confronti dei rappresentanti dei pubblici poteri, seppure eletti. Questa cornice di principi inderogabili assicura effettività alla vita democratica del Paese. Coltiviamo con ostinazione la speranza che stia a cuore a tutti, specie a quanti hanno il dovere istituzionale di preservarla”,
conclude la Giunta dell’Anm.
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