Redazione 12 Giugno 2025

Fisco, è guerra nella maggioranza: Irpef o cartelle? La coperta è corta

ROMA — La maggioranza di centrodestra si ritrova nuovamente divisa sul fronte fiscale. Il taglio delle tasse resta la bandiera più sventolata dal governo Meloni, ma la mancanza di risorse rende complicata la definizione di una linea condivisa. A pochi mesi dalla prossima legge di Bilancio, le tensioni tra gli alleati si fanno più accese, con i leader dei partiti pronti a battagliare sulle rispettive priorità.

Forza Italia insiste per destinare almeno un miliardo di euro alla riduzione dell’Irpef per il ceto medio, considerata da Antonio Tajani una misura imprescindibile. Dall’altra parte, la Lega di Matteo Salvini punta tutto sulla rottamazione delle cartelle esattoriali, un cavallo di battaglia che il vicepremier leghista non ha mai abbandonato. «Tutto non si può fare» ripetono fonti di governo, ed è qui che si concentra lo scontro.

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, preoccupata per le fratture crescenti, prova a gettare acqua sul fuoco, inviando messaggi distensivi e ipotizzando che possano esserci spazi per accogliere entrambe le proposte, a patto però che se ne discuta nel quadro più ampio della prossima manovra. «Le risorse si troveranno» assicurano da Palazzo Chigi, ma sarà necessario definire una platea ristretta di beneficiari per evitare di compromettere i conti pubblici.

Durante l’assemblea di Confcommercio, Meloni ha ribadito l’obiettivo di alleggerire la pressione fiscale, che secondo gli ultimi dati Istat ha raggiunto il 42,6%. Ma oltre all’annuncio, resta da sciogliere il nodo delle coperture. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si mostra disponibile a trattare, ma chiede rigore: nessun provvedimento spot, ma misure sostenibili e compatibili con i vincoli di bilancio.

Intanto, le opposizioni alzano la voce. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, rilancia la proposta di una tassa sui colossi del web per recuperare risorse da destinare al taglio dell’Irpef, mentre Angelo Bonelli (Avs) accusa il governo di pensare solo alla pace fiscale e di non spiegare chi realmente pagherà il conto. A complicare il quadro, il monito dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che segnala come la riforma fiscale ipotizzata dal centrodestra potrebbe addirittura aumentare il carico fiscale di 370 milioni di euro a danno dei lavoratori dipendenti.


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