La piattaforma in tilt, all’esame da Avvocato 2021 visibili i dati dei candidati
Dati sensibili degli iscritti all’esame di abilitazione alla professione di Avvocato pubblicati in seguito al Data Breach del sito. Ora, il Ministero della Giustizia deve notificare la violazione al Garante entro 72 ore dalla scoperta della problematica. A questo punto, seguirà reclamo, al cui esito la parte lesa potrà agire dinanzi al Tribunale per ottenere il risarcimento.
La violazione dei dati prevede la stessa disciplina regolante le “attività pericolose”
13 Maggio 2021: esame abilitante alla professione di Avvocato; 25 mila aspiranti legali tentano di accedere al portale del Ministero della Giustizia. Qui, invece di trovare i propri dati, si trovano davanti dati anagrafici e sensibili di altri iscritti. Inoltre, subito dopo l’accesso al sistema, per click effettuati da altri utenti, alcuni candidati si vedono rientrare tra i rinunciatari.
Dunque, si tratta di Data Breach subìto dal Ministero della Giustizia: violazione all’integrità, alla riservatezza e alla disponibilità dei dati. Ora, il Ministero deve notificare la violazione al Garante, entro 72 ore, poi, quest’ultimo valuterà se comunicare l’avvenuto ai singoli interessati. Infatti, questi ultimi vedrebbero la loro eventuale richiesta di risarcimento sicuramente accolta: la violazione dei dati viene trattata come le “attività pericolose” (ex. Art.2050 c.c.)
A questo punto, l’azione principale che gli aspiranti avvocati lesi dal Data Breach potrebbero intraprendere è il reclamo. Disciplinato dall’Art. 77 GDPR, tale atto -circostanziato- serve a rappresentare una violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali. In effetti, il suo vantaggio principale è la rapidità: al massimo dodici mesi dopo, la parte lesa potrà agire per il risarcimento.
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