La spinta verso l’internazionalizzazione e la doppia transizione – verde e digitale – ha portato le imprese italiane dell’elettronica e dell’elettrotecnica a un fatturato aggregato che supera i 100 miliardi di euro, di cui un terzo realizzato all’export. Tuttavia, dietro questi numeri record si nasconde una criticità che rischia di compromettere lo sviluppo: la carenza di competenze tecniche specialistiche.
Il problema: mancano tecnici e ingegneri
Secondo una ricerca condotta da Thea Group insieme al Servizio studi Anie e al Research Department di Intesa Sanpaolo, il 75% delle aziende del comparto segnala difficoltà a reperire tecnici e operai specializzati. Si tratta di figure che rappresentano l’85% delle assunzioni programmate. Il risultato? Il 70% delle imprese ammette di aver dovuto rallentare o sospendere progetti strategici, mentre il 29% ha perso opportunità di mercato, soprattutto per la concorrenza di settori alternativi come automotive, energia e logistica.
«Serve concretezza – afferma Andrea Moretti, amministratore delegato della Palazzoli di Brescia –. Dobbiamo semplificare la burocrazia, investire nella formazione tecnica e creare incentivi reali per le aziende. Solo così il nostro Paese potrà essere attrattivo per i talenti». Palazzoli, che fattura 70 milioni di euro e cresce del 10% annuo, ha assunto 30 persone nel 2024 e punta a mantenere questo ritmo.
La competizione tra settori e il rischio di fuga dei talenti
A complicare lo scenario è la crescente competizione interna: «Il settore ferroviario oggi compete direttamente con altri comparti per attrarre profili tecnici – spiega Michele Viale, managing director di Alstom Italia –. Nel 2023 la filiera ferroviaria ha generato 6,4 miliardi di fatturato, con il 23% destinato all’export. Solo nel 2024 abbiamo inserito oltre 400 nuove risorse».
Un problema condiviso anche da ABB, che gestisce circa 500 posizioni aperte: «Le difficoltà maggiori riguardano automazione industriale, elettrificazione e digitalizzazione – sottolinea Emiliano Diotallevi, country HR manager –. Il mercato è molto competitivo e le competenze tecniche sono richieste in più settori».
I profili più cercati
Oltre a operai qualificati, le imprese puntano su ingegneri elettrici, progettisti meccanici, esperti di digitalizzazione industriale e sostenibilità. «La forza lavoro va potenziata sia nei reparti produttivi sia nella progettazione», afferma Ludovica Zigon, board member del Gruppo Getra, leader nella produzione di trasformatori e sistemi di interconnessione.
Il nodo formazione e il ruolo delle istituzioni
Per colmare il gap, il settore chiede interventi concreti: più investimenti in formazione tecnica e professionale, percorsi rapidi per le competenze digitali, e politiche di attrazione dei talenti dall’estero. «Serve una narrazione positiva dell’industria italiana – aggiunge Moretti – per valorizzare un comparto che offre opportunità di crescita e innovazione».
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
LEGGI ANCHE

Rimborso IRAP: termine di due anni dalla sentenza passata in giudicato
Il caso esaminato riguardava un contribuente che, vincendo un procedimento contro un ex dipendente, aveva versato IRAP su emolumenti successivamente restituiti.

La BCE taglia i tassi di interesse dello 0,25%: saggio sui depositi al 3,50%
La decisione è stata presa durante la riunione del Direttivo a Francoforte, sotto la guida della presidente Christine Lagarde. Confermate le stime sull’inflazione per i…

Violazione della privacy e danno non patrimoniale. Il risarcimento non è scontato
Come funziona il risarcimento dei danni derivante dalla violazione della privacy? Una sentenza della Cassazione ci offre qualche informazione in più. Con l’ordinanza n. 16402…