Rosa Colucci 29 Agosto 2024

sospensione esecuzione immobili e termini reati connessi

Direttori della Giustizia pronti allo sciopero: “Noi dequalificati pur essendo risorsa fondamentale”

Roma, 29 agosto 2024 – Direttori del Ministero della Giustizia sul piede di guerra. Dopo la proposta di soppressione del loro profilo professionale, si preparano a scendere in piazza e minacciano uno sciopero per difendere la propria posizione. Chiedono al ministro Carlo Nordio un incontro urgente per fermare quella che definiscono una “dequalificazione” della loro figura, già definita nel 2017 e ora a rischio di essere inglobata nell’area dei Funzionari senza il riconoscimento delle mansioni superiori svolte fino ad oggi.

La mobilitazione dei Direttori

In risposta alla proposta contenuta nella bozza del Ministero della Giustizia del 25 luglio 2024, che prevede l’accorpamento dei Direttori nell’Area dei Funzionari amministrativi e contabili, i Direttori si sono organizzati in un Coordinamento Nazionale. Con un documento inviato pochi giorni fa, hanno denunciato quella che considerano un’ingiustizia, chiedendo di mantenere la loro posizione e di essere invece inquadrati nell’Area delle Elevate Professionalità (EP), come previsto dal Decreto Ministeriale del 9 novembre 2017.

Attualmente, i Direttori appartengono all’Area 3 dei Servizi Amministrativi e Contabili, ma le loro mansioni richiedono una preparazione e responsabilità superiori rispetto ai semplici Funzionari. Mentre per i Funzionari è sufficiente una laurea triennale, per i Direttori è richiesta una laurea magistrale, a testimonianza della maggiore complessità del loro ruolo. Il Coordinamento chiede quindi non solo di mantenere il titolo di Direttore, ma anche di riconoscerne formalmente l’importanza, inquadrandoli nell’Area 4 delle Elevate Professionalità, che sarebbe una naturale evoluzione del loro percorso.

Il Coordinamento difende il ruolo dei Direttori

“Siamo una risorsa fondamentale per la trasformazione digitale della giustizia e per l’efficienza del Ministero,” afferma Giandiego Monteleone, portavoce del Coordinamento. “Il nostro ruolo va valorizzato, non declassato. Siamo pronti al dialogo, ma anche a difendere i nostri diritti con tutti i mezzi che la legge ci offre.”

La replica del Ministero della Giustizia

Il Ministero della Giustizia ha risposto alle preoccupazioni dei Direttori con una nota ufficiale, in cui chiarisce che non è stata presa alcuna decisione definitiva in merito all’inquadramento professionale dei Direttori di Giustizia. “Non c’è alcun demansionamento in atto,” afferma il Ministero. “La questione è ancora oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali nell’ambito della definizione del nuovo contratto integrativo e delle nuove famiglie professionali. Il dialogo è aperto e continuerà a settembre.”

Il Ministero sottolinea inoltre che per accedere all’Area delle Elevate Professionalità, saranno necessari precisi requisiti di accesso e durata, come stabilito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per le Funzioni Centrali, e che il numero di posizioni disponibili sarà determinato in base alle esigenze organizzative. “Le procedure selettive saranno aperte anche ai Direttori in possesso dei requisiti,” conclude la nota, lasciando spazio a un possibile compromesso.

L’interrogazione parlamentare

“1600 direttori del ministero della Giustizia chiedono un inquadramento nell’Area delle elevate professionalità: oggi queste figure professionali sono inquadrate in una categoria inferiore rispetto a quella del loro ruolo effettivo. Crediamo che la loro richiesta sia pienamente legittima e chiediamo un intervento specifico nella legge di Bilancio. Abbiamo già predisposto una interrogazione al ministro Nordio che presenteremo alla riapertura delle Camere. Secondo fonti ufficiose del ministero occorrerebbero 98 milioni di euro ma, con i fondi a disposizione, si potrebbe adeguare la retribuzione per un numero esiguo di Direttori”. Così annuncia Devis Dori, capogruppo di Avs in commissione Giustizia alla Camera.

Il confronto è dunque ancora aperto, ma i Direttori della Giustizia restano pronti a far sentire la propria voce, determinati a difendere il ruolo che rivendicano come centrale per il buon funzionamento dell’amministrazione giudiziaria.


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