Abusa del processo il cliente che ne fa contestazione generica
La Cassazione attribuisce responsabilità aggravata alla cliente che contesta la parcella presentatale dall’Avvocato. Infatti, non è sufficiente affermare che alcune voci inserite siano duplicate, senza specificarne quali, tanto più se la correttezza formale della parcella è stata assicurata dal parere del Consiglio (CdO). Perciò, viene confermata la sentenza del giudice d’Appello: la ricorrente è condannata al pagamento delle spese e del contributo aggiuntivo.
Parcella dell’Avvocato: il parere del Consiglio ne assicura la correttezza formale
Succede che un avvocato ottenga un decreto ingiuntivo per il compenso relativo alla prestazione svolta per una cliente contro un Condominio. Succede allora che suddetta cliente si opponga al decreto ingiuntivo, ma che il Giudice di Pace ne rigetti la richiesta, andando a confermare il provvedimento. Succede quindi che la cliente si rivolga al Tribunale, che -però- rigettandone l’opposizione, condanna l’appellante al pagamento della somma per responsabilità processuale aggravata (art. 96 c.p.c.).
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Ora, la cliente ricorre in Cassazione, sollevando quattro motivi: l’esame di un fatto decisivo sarebbe stato omesso; il Tribunale non avrebbe valutato molti errori e nemmeno il fatto che la revoca del mandato fosse avvenuta prima della redazione della comparsa; il giudice dell’Appello avrebbe apprezzato erroneamente i fatti emersi dalle testimonianze; si duole per la condanna al pagamento della somma (art. 96 c.p.c., comma 3).
Tuttavia, la Cassazione stabilisce che il ricorso debba essere rigettato in quanto inammissibile (primo motivo) perché si tratta di una richiesta di valutazione di dati probatori acquisiti durante la causa. In secondo luogo, i motivi due e tre riguardano la valutazione delle prove acquisite dagli atti. Infine, nel contestare la duplicazione delle voci citate dall’Avvocato nella parcella, manca la specifica di quali siano effettivamente le voci duplicate; senza contare che l’asseverazione della parcella da parte dal Consiglio dell’ordine di appartenenza assicura la formale correttezza rispetto ai parametri di legge.
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