I gestori SPID fanno un’offerta di pace al governo, ovvero, propongono di mantenere in vigore le condizioni attuali del sistema fino a giugno 2023. A patto che si trovi subito un accordo sulla ripartizione dei costi di SPID e di essere coinvolti in tutti i progetti futuri, eliminando completamente gli schemi concorrenti e candidando SPID come futuro sistema europeo di identità digitale.
Questo è quanto scritto da Assocertificatori, che rappresenta circa il 95% delle transazioni totali, in una lettera che è stata inviata come ultimatum a Palazzo Chigi. La decisione sul futuro dell’identità digitale SPID, infatti, deve essere prima di tutto politica.
Ma il governo tace, nonostante si stia per arrivare al capolinea della maggior parte delle convenzioni dei gestori SPID.
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I gestori, però, non accetteranno più di posticipare le scadenze delle convenzioni. Lo hanno ribadito ad Agid durante l’incontro avvenuto ieri, lunedì 20 febbraio 2023.
La richiesta principale, tuttavia, riguarda la suddivisione dei costi. I gestori, infatti, lamentano da tempo le grosse spese per quanto riguarda la gestione dei servizi di assistenza ai cittadini ma anche alle 12mila PA che hanno adottato il sistema.
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I gestori chiedono anche di essere coinvolti negli sviluppi futuri dell’identità digitale. In Italia, ad oggi, ci sono due diversi schemi di identità, ovvero SPID e Cie.
Nonostante il numero di iscritti ai due servizi sia praticamente identico, è SPID che viene utilizzato più spesso per accedere ai servizi pubblici.
Butti, il sottosegretario all’Innovazione, vorrebbe unire i due percorsi, spostando l’identità SPID all’interno della Cie. Assocertificatori vorrebbe prorogare le attuali convenzioni per la gestione del sistema SPID a giugno 2023: in caso contrario si corre il rischio che, alla fine di aprile, nel momento in cui scadranno le convenzioni, SPID si spenga definitivamente.
Secondo il direttore generale di Lepida, Gianluca Mazzini, «se si vuole migrare SPID su Cie ci sono profili non banali di privacy da smarcare. Prima di prendere qualsiasi decisione, occorre tenere conto dei problemi di nicchie di popolazione», come nel caso dei minori.
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