26 Agosto 2025 - GIUSTIZIA | Ritardi nel Pnrr

Civile, il Governo corre ai ripari: incentivi e smart working per smaltire l’arretrato

Con il decreto legge 117/2025 arrivano misure straordinarie per raggiungere i target PNRR entro il 2026: bonus ai magistrati che accettano trasferimenti, lavoro da remoto per 500 toghe e utilizzo mirato di giudici onorari e tirocinanti. Ma il tempo stringe e i numeri restano preoccupanti

Meno di un anno per recuperare i ritardi e centrare gli obiettivi PNRR sulla giustizia civile: il Governo accelera e vara un pacchetto di misure urgenti per potenziare gli uffici più in difficoltà. Il decreto legge 117/2025, in vigore dal 9 agosto e ora all’esame della Camera, punta sulla razionalizzazione delle risorse già disponibili: incentivi economici per i magistrati che accettano trasferimenti temporanei, smaltimento dei fascicoli a distanza e coinvolgimento di giudici onorari e neo-assunti.

Gli obiettivi PNRR e il ritardo da colmare

Il piano europeo impone due traguardi principali: ridurre del 40% i tempi della giustizia rispetto al 2019 e tagliare del 90% le cause pendenti iscritte tra il 2017 e il 2022 nei tribunali e dal 2018 al 2022 nelle corti d’appello. Nonostante l’obiettivo intermedio di smaltimento sia stato raggiunto a fine 2024, la strada è ancora lunga: a inizio anno restavano da definire 200mila procedimenti nei tribunali e 35mila in appello.

Il vero nodo, però, è la durata complessiva: il disposition time – l’indicatore che stima il tempo necessario a definire i procedimenti – ha segnato un calo del 24,4% rispetto al 2019, ma siamo ancora lontani dal target. A marzo 2025, il tempo medio era di 467 giorni nei tribunali, 492 nelle corti d’appello e 940 in Cassazione, per un totale di 1.899 giorni.

Incentivi per i trasferimenti e giudici “da remoto”

Per le corti d’appello più indietro, il decreto prevede un fondo di 2,7 milioni di euro per indennità destinate ai magistrati con almeno una valutazione di professionalità che accettano di trasferirsi temporaneamente. Il Csm individuerà le sedi e dovrà deliberare i trasferimenti entro il 23 settembre.

Per i tribunali, invece, arriva il “supporto a distanza”: fino a 500 magistrati potranno lavorare da remoto su almeno 50 fascicoli ciascuno, limitatamente ai procedimenti già maturi per la decisione. L’operazione è volontaria e remunerata con un incentivo: per il 2026 sono stati stanziati 15 milioni di euro.

Onorari e tirocinanti in prima linea

Nessuna indennità aggiuntiva per i giudici onorari di pace, che potranno però sostituire i togati nelle sedi critiche. Inoltre, il tirocinio dei vincitori del concorso 2023 cambia struttura: resta di 18 mesi, ma con inserimento più rapido e un periodo di sei mesi nelle corti d’appello per accelerare l’operatività.

Piani straordinari e deroghe sui carichi di lavoro

I capi degli uffici giudiziari coinvolti dovranno predisporre piani straordinari, anche derogando ai criteri ordinari di assegnazione, per concentrare le risorse sulle materie rilevanti per il PNRR, sacrificando – se necessario – altri contenziosi.

Le proposte rimaste fuori

Alcune soluzioni avanzate dal Csm a luglio non sono state accolte: niente utilizzo dei magistrati in pensione e nessun intervento per deflazionare il contenzioso su immigrazione e cittadinanza, due aree ad alta intensità di ricorsi.


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