Carta acquisti per la spesa: tutto quello che c’è da sapere

Arriva un nuovo contributo per i cittadini meno agiati che sono rimasti esclusi dai sostegni pubblici. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle finanze hanno firmato un decreto che diventerà operativo nel mese di luglio, all’interno del quale è presente la carta spesa, misura di sostegno finalizzata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità.

La misura è destinata ai nuclei familiari residenti in Italia con Isee che non superi i 15mila euro. Esclusi dalla platea dei beneficiari i percettori del reddito di cittadinanza, di inclusione o di qualsiasi forma di sostegno alla povertà o di inclusione sociale.

Nel decreto attuativo viene esclusa ogni possibilità che la carta venga concessa ai nuclei familiari nei quali almeno un componente percepisca:

  • la nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi);
  • l’indennità mensile di disoccupazione per i collaboratori (Dis coll);
  • fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito;
  • l’indennità di mobilità;
  • cassa integrazione guadagni (Cig);
  • qualsiasi altra integrazione salariale o di sostegno statale.

La carta spesa sarà erogata su una PostePay ricaricabile, e dovrà essere utilizzata nelle attività commerciali che vendono generi alimentari per acquistare prodotti alimentari di prima necessità. Non potrà essere utilizzata, quindi, per l’acquisto di bevande alcoliche.

Le attività commerciali che vendono generi alimentari dovranno accreditarsi attraverso una domanda da presentare al ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, anche telematicamente. Tale processo le condurrà alla comunicazione periodica delle variazioni dei prezzi praticati per tutta l’utenza circa i beni di prima necessità, e di aderire ai piani di contenimento dei costi di questi prodotti anche con scontistiche riservate a chi possiede la carta spesa.

Il tetto massimo per ciascun nucleo familiare sarà di 382,50 euro. Nella misura è previsto un sistema virtuoso, che non fa sprecare risorse. Poste Italiane dovrà monitorare ogni mese, a partire da ottobre 2023, le somme non assegnate e le carte non attivate, informando poi i ministeri e i Comuni.

Le somme residue del monitoraggio verranno caricate sulle carte di chi ha avanzato il credito assegnato, seguendo le modalità previste per tale riparto.

Questa misura di sostegno è possibile grazie alla collaborazione tra i Comuni e Inps. Sarà quest’ultimo ad individuare, con una piattaforma apposita, l’elenco dei nuclei familiari beneficiari, basandosi principalmente su tre parametri di priorità che sono stati indicati nel decreto.

Successivamente, i Comuni rileveranno gli elenchi per verificare la posizione geografica dei nuclei familiari beneficiari. Gli enti locali saranno anche liberi, basandosi sul numero delle carte assegnate loro, di attribuire quelle che avanzano anche ai nuclei familiari unipersonali che ne abbiano necessità, basandosi su informazioni fornite dai servizi sociali.

In totale, ci saranno 1,3 milioni di carte spesa da ripartire tra i Comuni, i quali dovranno anche comunicare ai vari beneficiari l’assegnazione e la modalità di ritiro negli Uffici Postali. Le carte saranno nominali ed entreranno in funzione a luglio 2023. Se non verrà effettuata la prima spesa entro il 15 settembre non ci sarà più diritto al beneficio.


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