Il caso fortuito, rappresentato da una condotta imprudente del danneggiato che sia la sola causa dell’evento dannoso, esclude la responsabilità del custode: lo afferma la Cassazione con ordinanza 21 maggio 2024, n. 14041.
Un uomo, incaricato di raccogliere delle susine, cade da una scala appoggiata a un ramo instabile riportando gravi ferite. La sua richiesta di risarcimento nei confronti della proprietaria del giardino è stata respinta dalla Cassazione.
Perché la Cassazione ha dato torto all’uomo?
Secondo i giudici, la causa dell’incidente è da attribuire esclusivamente alla condotta imprudente dell’uomo. Aver appoggiato la scala su un ramo chiaramente inadatto e aver sottovalutato i rischi, nonostante la sua esperienza nel settore edile, è stato considerato un comportamento gravemente negligente.
La Corte ha sottolineato che ciascuno ha il dovere di adottare le misure di sicurezza necessarie per evitare danni a sé stesso, soprattutto quando si svolgono attività potenzialmente pericolose. In questo caso, l’uomo avrebbe dovuto accertarsi della stabilità della scala e scegliere un punto di appoggio più sicuro.
La responsabilità del proprietario:
L’uomo aveva anche sostenuto che la proprietaria del giardino, in qualità di committente, avesse la responsabilità di garantire la sua sicurezza sul lavoro. Ma la Cassazione ha respinto anche questa tesi, ricordando che gli obblighi di sicurezza gravano principalmente sul lavoratore autonomo, che è tenuto a provvedere ai propri dispositivi di protezione individuale e a utilizzare attrezzature adeguate.
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