Avvocato, conosci le cinque fasi del cambiamento?

La maggioranza delle persone (e noi avvocati non siamo da meno) aspetta magicamente che la fata turchina compaia nella loro vita, per prenderli per mano e accompagnarli saltellando in un mondo fantastico. Ma la realtà è molto diversa.

La maggior parte di noi sa bene che cosa vuole cambiare nella propria vita: qualcuno vorrebbe smettere di fumare, perdere qualche chilo, portare a termine un progetto o finire gli ultimi esami dell’università.

Tuttavia, ogni volta che decidiamo di intraprendere un percorso di cambiamento, corriamo il rischio di ritrovarci in brutto circolo vizioso. Vediamo insieme di che cosa si tratta.

Emotional Cycle of Change

I ricercatori americani Don Kelley e Daryl Conner, negli anni ’70 notarono che molti individui che avevano affrontato un cambiamento si erano ritrovati ad attraversare cinque fasi, caratterizzate da un preciso vissuto emotivo.

Nacque da qui il nome Emotional Cycle of Change, letteralmente il Ciclo Emotivo del Cambiamento. L’espressione può tornarci utile in quanto ci consente di conoscere anticipatamente gli ostacoli che incontreremo lungo il nostro sentiero del cambiamento. Ma soprattutto, ci permette di riconoscere i nostri stati d’animo.

Montagne russe emotive

Quando parliamo degli alti e bassi della vita, non ci rendiamo conto che questi momenti sono molto più reali di quanto possiamo immaginare. Ma soprattutto, influenzano tantissimo le nostre giornate e i nostri risultati.

Mentre affrontiamo un cambiamento volontariamente, cominciamo una corsa su una montagna russa emotiva. Dobbiamo assolutamente essere pronti ad andare incontro a questa situazione.

Vediamo qual è l’atteggiamento mentale corretto e le azioni concrete da mettere in atto per evitare di ritrovarsi incastrati nella “Valle della disperazione”.

Motivazione ai massimi livelli: l’ottimismo ingiustificato

Primo giorno di un nuovo progetto.

Primo gennaio.

Primo del mese.

Conosciamo tutti l’entusiasmo di cominciare un percorso e di rincorrere un nuovo obiettivo. Ci sentiamo pervadere da questa irrazionale e ingiustificata sensazione di invincibilità. La nostra motivazione è ai massimi livelli.

È una fase che non dura, ma è proprio qui che dovremmo porre le fondamenta che ci porteranno al successo. Nello specifico, ecco due azioni pratiche da compiere in questi primi giorni di percorso di cambiamento:

  • scriviamo una lista dei benefici che ci aspettiamo da questo tipo di cambiamento. Cerchiamo di non tralasciare nulla: la lista, infatti, ci aiuterà a “cristallizzare” l’entusiasmo, e diventerà preziosissima nei momenti di sconforto e difficoltà;
  • tiriamo il freno a mano: dopo aver intrapreso un cambiamento abbiamo la tendenza a strafare, per poi avere il fiato corto dopo soltanto pochissimi km. È sempre bene cominciare il nostro percorso in maniera graduale, tenendoci al di sotto di quelle che crediamo le nostre potenzialità e focalizzandoci esclusivamente sulla nostra costanza.

L’ottimismo ingiustificato non dura. Ci troveremo presto a fare i conti con la seconda fase del ciclo emotivo del cambiamento.

Andare a sbattere contro la realtà: il pessimismo giustificato

Dopo poche settimane o pochi giorni dall’inizio del nostro percorso di cambiamento andremo inevitabilmente a sbattere contro la realtà. Le difficoltà che incontreremo lungo il nostro sentiero andranno ad aumentare la frustrazione e l’assenza di risultati ci porterà a mettere in discussione l’impegno preso con noi stessi.

Nel nostro cervello cominceranno a risuonare frasi come:

“Stai sbagliando qualcosa”

“I sacrifici che stai facendo non serviranno a nulla”

“Forse c’è una soluzione più rapida”

“Non ha senso continuare”

“Ma sì dai, uno sgarro non è la fine del mondo”

“Lo farò domani, giuro!”

Questi pensieri negativi ci portano dritti dritti nella Valle della disperazione.

Chi sono i “mollaccioni”

Eccoci nel luogo dove vanno a finire tutti i tentativi di cambiamento della maggior parte delle persone: la Valle della disperazione.

La motivazione dei primi tempi, infatti, è ormai andata a farsi benedire, e la forza di volontà è diventata un lontano ricordo. Davanti a noi vediamo un arido deserto, dove crescono soltanto sconfitte e frustrazioni.

Eccoci pronti a mollare. E in molti lo fanno. Mollano.

I “mollaccioni” trascorrono la loro vita oscillando tra l’esaltazione di un nuovo luccicante obiettivo e la depressione che deriva dal sporcarsi le mani per raggiungere veramente un obiettivo.

Sono persone che smaniano continuamente per nuovi progetti, ma alla fine non concludono mai nulla. Dunque, soltanto se saremo in grado di oltrepassare la Valle della disperazione potremmo emergere dalla mediocrità.

Scale a chiocciola

Le persone che superano la fase del pessimismo giustificato, oltre ad affidarsi alla forza di volontà, instaurano degli incoraggianti meccanismi di realismo.

Pensaci un attimo: perché, nel passato, hai mollato tutte le volte che il gioco si faceva duro? Perché avevi cominciato a percorrere una scala a chiocciola, e non ne intravedevi la fine. Vedevi soltanto tantissimi gradini che si aggrovigliavano l’uno sopra l’altro. Più guardavi in alto, più ti scoraggiavi.

Ma il segreto sta proprio qui. Per uscire dalla Valle della disperazione dobbiamo focalizzarci sul prossimo scalino, per approdare finalmente nella fase del realismo incoraggiante.

Date di scadenza e auto-valutazioni

Diamoci una data di scadenza, per auto-valutare i progressi che sono stati fatti. Tiriamo le somme del nostro percorso di cambiamento soltanto in quella data.

Dobbiamo sforzarci di ignorare i risultati che stiamo ottenendo prima di quel giorno: concentriamoci soltanto sulle azioni giornaliere.

Arrivata la data di scadenza, valutiamo i progressi. Se li abbiamo ottenuti, cerchiamo di fare di più di quello che si è dimostrato funzionare. Se, invece, i risultati sono stati al di sotto delle nostre aspettative, avremo comunque ottenuto delle preziose informazioni, che ci saranno utili per sperimentare un nuovo approccio (al quale assegneremo un’ulteriore data di scadenza).

Se siamo pragmatici e ci concentriamo esclusivamente sul prossimo gradino, metteremo più facilmente da parte il pessimismo, sviluppando un atteggiamento di speranza e ottimismo.

Un meritato ottimismo giustificato

Rimanere focalizzati sulle singole azioni quotidiane, per un periodo di almeno 90 giorni, ti consentirà di entrare nella quarta fase del tuo ciclo emotivo del cambiamento, ovvero, l’ottimismo giustificato.

Finalmente tutto comincerà ad andare nel verso giusto. I tuoi progressi diventeranno sempre più visibili, non dubiterai più del percorso intrapreso e saprai bene come affrontare i nuovi ostacoli.

Il tuo cambiamento non sarà completo: dovrai andare a cementificare i risultati ottenuti. In che modo? Aiutando gli altri!

Infatti, tu sei uno dei pochi che sono riusciti a superare la Valle della disperazione. Se vuoi rafforzare i tuoi progressi, mettiti a disposizione di quelle persone che stanno affrontando un cambiamento simile al tuo.

Guidale, spronale nei momenti di maggior difficoltà, dimostra loro con il tuo esempio che ottenere un cambiamento profondo e duraturo è possibile! Sarai l’estensione della forza di volontà di una persona, e al tempo stesso ricorderai a te stesso quanto è importante restare focalizzato sui tuoi obiettivi, per non perdere tutti i progressi fatti.

Celebriamoci!

Arriviamo, dunque, all’ultima fase del nostro ciclo emotivo del cambiamento: la celebrazione!

Se il cambiamento che ci eravamo promessi di fare diventerà finalmente realtà, non dobbiamo commettere l’errore di darlo per scontato. Premiamoci, celebriamo il traguardo raggiunto e riconosciamo i nostri meriti.

Dobbiamo sempre comunicare al nostro cervello che quello che siamo stati in grado di fare è stato meraviglioso! Soltanto in questo modo andremo ad instaurare un circolo virtuoso che ci farà raggiungere mete sempre più alte e ambiziose.

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