ROMA — Un primo sì in commissione Giustizia al Senato per la proposta di legge che punta a ridisegnare i confini della responsabilità professionale degli avvocati. Il testo, firmato da Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e sostenuto dall’associazione Italia Stato di Diritto, prevede che i legali rispondano dei danni causati ai clienti solo in caso di dolo o colpa grave, escludendo invece qualsiasi responsabilità civile quando il danno derivi da colpa lieve o dall’attività di interpretazione di norme giuridiche.
La proposta, ferma da due anni a Palazzo Madama, è tornata al centro del dibattito parlamentare e, dopo il via libera della commissione, potrebbe approdare in Aula entro l’estate. L’obiettivo è quello di equiparare la posizione degli avvocati a quella già prevista per i magistrati, per i quali — in base alla legge n. 117 del 1988 — la responsabilità scatta solo in caso di dolo o colpa grave, escludendo esplicitamente l’attività interpretativa o di valutazione del fatto.
Un intervento atteso dalla categoria
Secondo il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Francesco Greco, il provvedimento è necessario per alleggerire il contenzioso e preservare il diritto di difesa. «Negli ultimi anni — osserva Greco — il rischio professionale è aumentato, anche a causa delle numerose norme di inammissibilità e decadenza che ostacolano la decisione di merito. Questo genera frustrazione tra i cittadini e un crescente numero di azioni di responsabilità contro i legali, spesso fondate su colpe lievi o su interpretazioni divergenti della giurisprudenza consolidata».
Dati ufficiali sul fenomeno non ce ne sono, ma le relazioni parlamentari confermano una crescita costante delle cause intentate contro gli avvocati, anche in seguito a ricorsi dichiarati inammissibili dalla Cassazione.
Le reazioni della categoria
Il progetto di legge è accolto con favore anche dall’Unione delle Camere Civili, il cui presidente, Alberto Del Noce, sottolinea: «Abbiamo registrato un aumento significativo delle azioni risarcitorie contro i legali. Anche se le condanne effettive si attestano intorno al 15%, il clima di incertezza ha fatto lievitare i premi assicurativi e limitato la serenità con cui gli avvocati possono esercitare il loro ruolo».
Secondo i sostenitori della riforma, limitare la responsabilità civile ai casi di dolo e colpa grave non significherebbe ridurre la qualità della tutela legale, ma consentirebbe agli avvocati di operare senza il timore di essere puniti per errori veniali o divergenze interpretative. Tuttavia, resterebbero punibili le negligenze evidenti e i comportamenti gravemente colposi.
Le prossime mosse
Ora il testo attende di essere calendarizzato per la discussione in Aula. L’auspicio dei promotori è che possa essere approvato prima della pausa estiva. Nel frattempo, tra le ipotesi al vaglio per ridurre il contenzioso in questo settore c’è anche l’introduzione dell’obbligo di mediazione preventiva, già previsto per la responsabilità sanitaria, come alternativa ai giudizi civili.
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