Anche l’Europa ha paura di TikTok: i timori sulla gestione dei dati e sulla privacy degli utenti

TikTok è un’app di proprietà della società ByteDance, e viene utilizzata per creare e condividere video che trattano letteralmente qualsiasi argomento. Principalmente viene utilizzata su dispositivi mobili, ma è possibile guardare i TikTok anche tramite l’app web.

TikTok, nel mercato cinese, funziona mediante un’app separata, Douyin, una delle app più popolari del Paese. Ad oggi più di 700 milioni di persone utilizzano l’app ogni giorno. Tuttavia, l’app continua a mantenere un numero di utenti ben separato dalla versione cinese.

L’app è stata installata tre miliardi di volte. E’ una delle applicazioni più utilizzate in tutto il mondo. La pandemia ha aiutato molto a far crescere il social, e per alcune persone è diventata addirittura fonte di reddito.

Nel 2018, l’app contava soltanto 133 milioni di utenti al mese, mentre oggi gli utenti attivi mensilmente sono circa un miliardo. TikTok, dunque, è indubbiamente destinata a divenire uno dei principali social media sul mercato.

TikTok non è sotto i riflettori soltanto per la sua popolarità, ma anche per le preoccupazioni delle autorità occidentali, che temono che la Cina entri in possesso dei dati personali delle persone di tutto il globo.

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Il Copasir ha deciso di avviare nel 2023 un’indagine conoscitiva su TikTok, soprattutto a seguito dei timori che si sono diffusi negli Stati Uniti per i legami presunti tra il Partito Comunista Cinese e la gestione dei dati degli utenti nell’app.

Il Copasir, dunque, ha deciso di intraprendere un’indagine per esaminare eventuali rischi, infiltrazioni e minacce che il social potrebbe comportare per la popolazione di tutto il mondo.

Il BEUC, nel 2021, aveva denunciato l’app di sfruttamento di dati e diritti degli utenti. «TikTok si oppone a molteplici violazioni dei diritti dei consumatori dell’UE e non riesce a proteggere i bambini dalla pubblicità nascosta e dai contenuti inappropriati», ha affermato con un comunicato stampa.

Il GPDP (Garante per la Protezione dei Dati Personali) aveva ordinato a TikTok di bloccare l’accesso all’app agli utenti che non potevano procedere alla conferma della propria età – anche e soprattutto a causa di una bambina di 10 anni di Palermo, che ha perso la vita a causa di una challenge lanciata sul social.

Già nel 2020 il Copasir ha voluto verificarne l’utilizzo da parte del Governo cinese dei dati dell’app. In quella occasione i membri della maggioranza del governo avevano richiesto una verifica dell’utilizzo dei dati personali degli utenti italiani, che in quell’anno erano aumentati tantissimo.

Anche Antonello Soro, presidente del Garante per la Privacy, aveva sollevato dubbi sulla sicurezza dei dati che venivano gestiti dall’applicazione. Per questo, era stata inviata una lettera all’autorità europea, a seguito della quale fu creata un task force dedicata a TikTok per il controllo delle azioni e per l’acquisizione di maggiori informazioni riguardo al trattamento dei dati personali da parte dei social in generale.

Ma le attenzioni delle autorità di tutto il mondo sulle minacce potenziali dei social network riguardo la sicurezza nazionale non sono qualcosa di nuovo.

Nel 2020, Trump tentò di bandire la società ByteDance dal mercato americano con una serie di provvedimenti esecutivi, successivamente revocati da Biden.

Nel 2021 alcuni impiegati di TikTok avrebbero affermato che gli sviluppatori dell’app hanno accesso ai dati degli utenti degli Stati Uniti, come nomi, età, indirizzi mail, numeri di telefono, dettagli sui dispositivi, sulle reti mobili, sulle informazioni biometriche e sulle abitudini di navigazione.

Nonostante le rassicurazioni all’amministrazione Biden riguardo alla custodia dei dati, l’attenzione di Washington nei confronti di TikTok è rimasta sempre molto alta.

Nel novembre del 2022, invece, Chris Wray, il direttore dell’FBI, ha denunciato il potenziale utilizzo dell’app da parte del governo per operazioni di influenza nel territorio degli Stati Uniti.

Le preoccupazioni collegate all’utilizzo dei dati degli utenti in maniera impropria sono alla base dei recenti provvedimenti attuati da Washington nel corso degli ultimi mesi. Una ventina di rappresentanti e governatori, per la maggior parte repubblicani, avrebbero imposto restrizioni all’utilizzo dell’app in vari Stati americani, arrivano a vietare l’utilizzo di TikTok sui dispositivi dei dipendenti del governo federale.

Le rassicurazioni all’Unione Europea

Shou Zi Chew, CEO di TikTok, avrebbe fatto visita al Commissario europeo per la concorrenza lo scorso 10 gennaio, per rassicurare l’UE che l’app rispetta impegni e regole in materia di sicurezza e privacy, soprattutto nei confronti dei minori.

Inoltre, come riporta ANSA, l’incontro di Bruxelles avrebbe posto l’attenzione sul «Regolamento generale della protezione dei dati e di questioni relative alla privacy e agli obblighi di trasferimento dei dati, con un riferimento alle recenti notizie di stampa sulla raccolta e la sorveglianza aggressiva dei dati negli Stati Uniti».

L’obiettivo del confronto con il CEO di TikTok è la verifica degli obblighi imposti dal regolamento europeo (Digital Market Act e Digital Service Act). Chew si è anche confrontato con il Commissario europeo per la giustizia, che ha affermato l’importanza del rispetto delle norme europee in materia di privacy dopo aver «fatto il punto sugli impegni dell’azienda per combattere i discorsi di odio online e garantire la protezione di tutti i consumatori, compresi i bambini».

L’addio a TikTok

Nonostante tutto, il Commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, ha avvisato Chew che TikTok potrebbe essere bannato dall’Unione Europea se non verranno rispettate le nuove norme sui contenuti digitali prima del 1 settembre.

Non è che l’UE sia sempre stata tenera con le Big Tech, che negli tempi hanno ricevuto molte multe per violazione del GDPR. Ma attualmente, in Europa, TikTok non può considerarsi come un colosso quanto Amazon, Meta e Alphabet, nonostante l’app abbia un altissimo seguito.

Per Moritz Korner, membro delle Commissione europea, «l’Europa deve finalmente svegliarsi». Ma perché questo cambio di atteggiamento arriva proprio ora?

Il tracciamento di due giornalisti americani

ByteDance ha ammesso di aver utilizzato l’app per geolocalizzare due giornalisti statunitensi, e questo ha sicuramente contribuito alle preoccupazioni.

Si è scoperto infatti che alcuni dipendenti stessero utilizzando senza motivo strumenti di analitica con lo scopo di accedere ai dati personali di almeno due giornalisti americani, ma anche di un “piccolo gruppo di persone” connesse a loro.

I dipendenti sono già stati licenziati, e ByteDance si è detta “profondamente delusa” dai comportamenti dei lavoratori, che avrebbero danneggiato l’immagine della società, di per sé già traballante.

I dipendenti licenziati avrebbero utilizzato illecitamente gli strumenti interni della società per ottenere gli indirizzi Ip dei due giornalisti, tenendo sotto controllo la loro posizione. L’obiettivo, secondo la stampa americana, era comprendere se i reporter fossero entrati in contatto con persone sospettate di aver comunicato alla stampa informazioni riservate sull’azienda.

Bisogna tenere in considerazione che i giornalisti lavoravano per BuzzFeed e Financial Times, responsabili della pubblicazione degli scoop sugli spionaggi di TikTok da parte della Cina.

TikTok ha preso le distanze dall’accaduto, ma di certo la vicenda non ha aiutato a migliorare la sua già compromessa reputazione nel resto del mondo.

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