Anche i Pokémon contengono dei malware

Un gruppo hacker sta violando dispositivi Windows attraverso un gioco di carte online dei Pokémon. Il gioco si basa sugli NFT (Non Fungible Token) e viene pubblicizzato sui social network come franchise ufficiale dei Pokémon.

Il portale, oltre all’esperienza di gioco, consente anche di acquistare e vendere gli NFT – purtroppo, stiamo parlando di una grandissima truffa.

Quando il giocatore clicca su “Gioca sul PC” viene scaricato automaticamente un RAT, un Remote Access Tool, che sembra un semplice file per installare un videogame, ma in realtà il suo scopo è quello di scaricare sul pc della vittima NetSupport RAT, un programma che consente agli hacker di accedere al dispositivo.

I malintenzionati, attraverso NetSupport RAT, sono in grado di controllare lo schermo da remoto, raccogliere informazioni sulle ricerche eseguite online dalla vittima, eseguire comandi del PC e gestire alcuni file. In questo modo gli hacker si impadroniscono di dati sensibili, credenziali e installano altre tipologie di malware.

NetSupport RAT si basa su un programma utilizzato per l’assistenza IT da remoto, NetSupport Manager. Scrivono i ricercatori di ASEC, compagnia sudcoreana che si occupa di sicurezza informatica: «Anche se questi tool potrebbero non essere stati sviluppati con intenti dannosi, se vengono installati su sistemi infetti, possono essere utilizzati per scopi malevoli, ad esempio per l’installazione di malware aggiuntivi o per l’estorsione di informazioni».

Cos’è un NFT

Un Non Fungible Token è un asset digitale che incarna oggetti del mondo reale. Questi asset vengono venduti ed acquistati online, spesso utilizzando le criptovalute.

Sono in circolazione dal 2014, ma hanno raggiunto l’apice della loro popolarità recentemente poiché vengono utilizzati per vendere e acquistare opere d’arte. Nei primi cinque mesi del 2022 il mercato degli NFT ha raggiunto quota 37 miliardi di dollari, mentre in tutto il 2021 il giro d’affari ammontava a 40 miliardi.

Gli NFT sono unici nel loro genere e sono dotati di precisi codici di identificazione. Arry Yu, esperta di criptovalute, afferma che «gli NFT creano scarsità in formato digitale». Ed è proprio questa la principale differenza tra un NFT e la maggior parte delle opere digitali, che sono caratterizzate da un’offerta illimitata.

La riduzione dell’offerta di un bene, se esiste una domanda, ne aumenta il valore.

EVERYDAYS: The First 5000 Days

Prendiamo come esempio l’artista digitale Beeple, che ha realizzato un collage di 5.000 disegni per creare uno degli NFT più famosi, “EVERYDAYS: The First 5000 Days”, venduto per 69 milioni di dollari.

Tutti possiamo ammirare gratuitamente le singole immagini, anche il collage intero. Perché, allora, ci sono persone che spendono milioni per opere d’arte che si possono scaricare o screenshottare?

Un NFT consente di possedere l’opera originale, contenente anche un meccanismo di autenticazione integrato che permette di dimostrarne la proprietà. Per un collezionista del settore, il valore di questa garanzia va oltre il valore dell’opera.

Differenza tra NFT e criptovalute

L’unica cosa che accomuna criptovalute ed NFT e il linguaggio di programmazione.

Le criptovalute, così come il denaro fisico, sono “fungibili”, ovvero si possono scambiare, sempre con lo stesso valore. Gli NFT, invece, sono diversi tra loro, e contengono una firma digitale che fa in modo che sia impossibile scambiarli o considerarli uno uguale all’altro.

Oggetti da collezione digitale

Un NFT viene creato partendo da contenuti digitali che rappresentano sia oggetti materiali che immateriali, come:

  • Opere d’arte;
  • Video;
  • GIF;
  • Oggetti da collezione;
  • Avatar virtuali;
  • Musica;

In parole povere, gli NFT sono oggetti da collezione, ma in formato digitale, che possono avere soltanto un proprietario alla volta.

Gli artisti e i creatori di contenuti, attraverso gli NFT hanno l’opportunità di monetizzare il loro lavoro. Non devono più affidarsi, per esempio, a case d’asta o a gallerie per riuscire a vendere la propria arte. Possono finalmente vendere le proprie opere al consumatore sotto forma di NFT (trattenendo anche più profitti).

Possono essere incorporate, nel codice delle opere, alcune opzioni che permettono la raccolta dei diritti d’autore, ricevendo una percentuale tutte le volte che l’opera viene acquistata da un nuovo proprietario.

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