16 Ottobre 2025 - SPECIALE XXXVI CONGRESSO NAZIONALE FORENSE

Al via il XXXVI Congresso Nazionale Forense: l’Avvocatura chiama la politica, “Aboliamo la riforma Cartabia”

Dal Teatro Regio al Lingotto di Torino, la sessione inaugurale del Congresso accende il confronto tra istituzioni, magistratura e Avvocatura. Tra i temi centrali: la riforma della giustizia, l’inserimento dell’avvocato in Costituzione e le sfide dell’intelligenza artificiale. Greco (CNF): “Serve una svolta, la Cartabia ha snaturato il processo civile e penale.”

Torino, 16 ottobre – La sessione inaugurale del XXXVI Congresso nazionale Forense a Torino (questa mattina al Teatro Regio e da questo pomeriggio, fino al 18, presso il Lingotto), ha visto i saluti degli ospiti Istituzionali nazionali e locali e le relazioni di Francesco Greco, presidente del CNF, Maria Annunziata, presidente della Cassa forense, e Mario Scialla, coordinatore dell’OCF.

Dopo il ricordo dei carabinieri uccisi a castel D’Azzano e la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sono iniziati gli interventi degli ospiti.

La Sen. Avv. Anna Rossomando, Vicepresidente del Senato della Repubblica ha sottolineato, tra le altre questioni: “Il mondo forense vive una fase difficile, i dati del Censis parlano di un saldo negativo di oltre 2000 iscritti alla Cassa forense nel 2024, con una prevalenza di uscita di giovani e donne. Molti abbandonano non per mancanza di vocazione, ma per l’impossibilità di sostenere i costi di un’attività autonoma e a questo si aggiunge un gender gap strutturale, la maternità e la cura familiare restano un ostacolo reale con differenze retributive che non possono più essere tollerate. Quindi il welfare, la solidarietà e le aggregazioni professionali sono i nuovi terreni e le nuove sfide. Occorre un sistema che protegga davvero maternità, malattia e periodi di discontinuità, serve una solidarietà intergenerazionale che non sia solo un principio ma pratica concreta ed è urgente una concreta riforma fiscale che incentivi le aggregazioni professionali”.

L’On. Avv. Andrea Delmastro delle Vedove, Sottosegretario di Stato per la Giustizia in rappresentanza del Governo, sulla riforma della giustizia: “Se la figura dell’avvocato è essenziale e indefettibile nella crescita dei diritti, nell’affermazione dei diritti a prescindere dall’Intelligenza Artificiale, allora la riforma costituzionale della giustizia, seppure non abbia quello come primo obiettivo, indirettamente sancisce la pari dignità dei soggetti della giurisdizione, avvocati, pubblici ministeri e giudice, lo sancisce per la prima volta in Italia. Non abbiamo fatto nient’altro che leggere l’articolo 111 della Costituzione che dice qual è un processo giusto: è quello che si svolge nel contraddittorio, nella parità processuale fra le parti di fronte a un giudice terzo ed imparziale. L’articolo 111 della costituzione mai è stato più disapplicato come in questi anni quando parla di parità processuale e la riforma della giustizia garantirà quella parità processuale. Ed è sempre più urgente, indifferibile, inderogabile l’ipotesi dell’avvocato in costituzione, perché se ci entra il pubblico ministero ci entra l’avvocato ed entrandoci l’avvocato c’entrano quei diritti che si sono affermati e che hanno reso l’Italia, l’Europa e l’Occidente esattamente quello che sono per il tramite dell’affermazione di quei diritti”.

Fabio Pinelli, Vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, ha aggiunto: “Avvocatura e Magistratura sono insieme ferme nell’assoluta necessità che i principi di autonomia e indipendenza del magistrato siano sempre riconosciuti e restino come inderogabili. Del resto anche il progetto di riforma non punta la visione di autonomia e indipendenza da ogni altro potere nella previsione dell’art. 104 della Costituzione. Questo presidio deve essere cavalcato perché è interesse innanzitutto dei cittadini che il magistrato resti autonomo e indipendente da ogni altro potere. La Magistratura è fatta di donne e uomini impegnati al servizio del Paese che meritano il riconoscimento sociale e morale per il loro spirito di servizio e per la loro competenza. È importante, in questa stagione di riforme che legittimamente la parte politica pone all’attenzione dei cittadini, che ci sia una forma di rispetto pur all’interno di posizioni diverse che deve essere mantenuta e deve riguardare tutti gli attori coinvolti: ogni posizione, quando si parla di architettura costituzionale, deve trovare il giusto spazio e la giusta valutazione”.

Pasquale D’Ascola, Presidente della Cassazione, ha ricordato: “Il Diritto, o meglio ogni obbligo che deriva da una consuetudine, è in realtà frutto di ragionamento, di un maneggio di strumenti intellettuali che spinge un giudice o un avvocato a capire i motivi di una certa giurisprudenza, a volte anche senza approfondirli. Allora, anche se l’interprete si adagia al rispetto del precedente, in realtà in ogni sua applicazione c’è una ricreazione incessante attraverso un ragionamento che diventa legislativo. Oggi il Congresso discute di due fenomeni che mettono alla prova questo schema mentale novecentesco: l’IA e le prospettive della consulenza, strumenti della contemporaneità per far vivere il diritto. Perché il diritto è progresso o non è. L’IA è una chance: si perde se è una scorciatoia verso soluzioni a poco prezzo, accomodamenti dozzinali e massivi sul presupposto che il Diritto sia serialità e non paziente ricostruzione del fatto e discernimento delle differenze tra caso e caso; si vince se a uno strumento per sua natura tendente al dominio sappiamo imporre il diritto, cioè principi e norme che ne contengano l’utilizzo, che prevengano e precludano l’uso negativo con un apparato conoscitivo e ove occorra sanzionatorio che sia riconosciuto dalla popolazione come positivo non meramente difensivo”.

Lucia Musti, Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello, ha sottolineato: “Avvocatura e magistratura sono i due lati della stessa medaglia del fare giustizia in un periodo particolarmente drammatico per le guerre che ci affliggono nonché per la complessa prospettiva di modifiche che ci attende. Tutti i recenti disegni di legge costituzionale che si propongono l’introduzione dell’avvocato in Costituzione mirano a sancire il principio secondo cui la professione forense viene esercitata in condizioni di libertà e indipendenza. In ogni caso la vostra legge professionale tutela l’indipendenza dell’Avvocatura, di ogni singolo avvocato e invero si legge che l’ordinamento forense garantisce l’indipendenza e l’autonomia degli avvocati, indispensabili condizioni dell’effettività della difesa e della tutela dei diritti. E nel concetto di indipendenza che vi riguarda e ci riguarda vi è anche il sano principio che richiama la remunerazione e un sistema previdenziale adeguati garantiti dalla legge che pongano il soggetto a riparo da ogni indebita influenza. Pensare che il compenso degli avvocati possa risentire delle regole del mercato significa esporre gli avvocati a influenze indebite, il che mi pare evidente sia inaccettabile”.

Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino, sull’attualità del dibattito del Congresso: “Non c’è tema più attuale di quello scelto dal Congresso. Perché riguarda la professione forense ma anche tutti gli ambiti della vita. La paura della tecnologia arriva quando non c’è conoscenza, non esiste una tecnologia buona o cattiva, ma cattivi usi della tecnologia. L’IA è entrata in tutte le dimensioni di vita e ciò pone una serie di questioni di natura etica e valoriale rispetto all’impostazione del diritto e dei diritti in un momento in cui di giustizia si parla molto nel dibattito politico, talvolta rischiando di perdere il cuore del sistema: garantire diritti universali. Nell’era dell’IA noi tutti ci dobbiamo fare garanti di una dimensione valoriale di garanzia dei diritti universali, e il mio auspicio è che da questi giorni possa partire una riflessione su come noi che abbiamo ruoli possiamo dare un contributo a non perdere di vista la dimensione valoriale”.

Enrico Bussalino, Assessore Regionale all’Autonomia, Sicurezza e Polizia locale, Immigrazione, Logistica e Infrastrutture strategiche, Enti locali, sull’impiego dell’IA nella professione: “L’intelligenza artificiale è uno strumento di straordinaria potenzialità, può contribuire ad accelerare e migliorare molte fasi del lavoro dell’avvocato, soprattutto nella gestione e nell’analisi di grandi quantità di dati e nell’affinamento della ricerca Giurisprudenziale. Tuttavia, sarebbe un errore inimmaginabile pensare che l’intelligenza artificiale possa sostituire il lavoro dell’avvocato, il quale non si limita all’interesse del cliente, ma svolge una funzione pubblica unendo l’interesse del proprio assistito all’interesse pubblico di una sentenza giusta. L’ingresso dei nuovi sistemi non potrà mai scalfire il fatto che il diritto oggi più che mai deve riaffermarsi come presidio di equilibrio tra progresso e garanzia tra innovazione e dignità della persona”.

Terminati gli interventi degli ospiti, sono iniziate le relazioni delle Istituzioni forensi e dell’OCF. Greco, presidente CNF, ha lanciato la richiesta alla politica di abolire la riforma Cartabia. “Penso che da questo Congresso possa partire, da parte dell’Avvocatura italiana, la richiesta alla politica, a tutta la politica, maggioranza ed opposizione, oggi qui pienamente rappresentata, di abolire – trascorso il termine finale per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR di giugno 2026 – tutte quelle norme della riforma Cartabia, la peggiore che il nostro sistema giudiziario, civile e penale abbia subìto, che ha snaturato il rito civile, trasformandolo in un processo senza il processo, prevedendo un contraddittorio senza contraddittori, un dibattimento senza alcuno che dibatte, con un sistema che consente un abuso della trattazione scritta. Nel processo penale sono state introdotte norme che possono essere definite solo spaventose, come quella che prevede che per interporre appello al difensore deve essere rinnovata la procura, dimenticando o forse nella consapevolezza che i meno abbienti, ai quali in udienza viene nominato il difensore d’ufficio, mai si recheranno a conferire il mandato di fiducia al difensore per proporre appello. Nei confronti di costoro ci sarà solo un grado di giudizio. Aboliamo la Cartabia, questo deve essere il nostro impegno”. Ma è anche intervenuto sull’ IA e gli avvocati con proposte concrete: “Il CNF ha appena pubblicato sul sito del CNF e del MEPA, il portale del commercio elettronico della pubblica amministrazione, una consultazione per l’acquisizione di un servizio di intelligenza artificiale dedicato all’Avvocatura, che prevede un ‘servizio di ricerca giurisprudenziale e normativa; un servizio di redazione documenti legali; un servizio di analisi documentale con funzionalità complete di elaborazione contenuti multimediali; garanzie sulla protezione dei dati con il divieto assoluto di training sui dati degli utenti; localizzazione del trattamento dati; segregazione dei dati; conformità normativa’”.

Quindi Annunzia, presidente della Cassa forense. “CNF, Cassa, OCF, Associazioni, Avvocate e Avvocati, la filiera che deve andare nella direzione del benessere professionale e reddituale dell’Avvocatura. Invito le Colleghe e i Colleghi a fare squadra con Cassa Forense”.

Nel suo intervento, Mario Scialla ha ricordato: “Abbiamo portato avanti e portato a casa la riforma sull’equo compenso, scegliendo con coscienza di non appoggiare emendamenti che avrebbero potuto rallentare se non addirittura rappresentare un passo del gambero. Siamo sempre stati vigili, come nel caso dei bandi di alcuni istituti che abbiamo impugnato, e abbiamo inciso molto nel dibattito sulla separazione delle carriere, promuovendo un approccio equilibrato e realistico”. Un altro risultato concreto è stato il rinvio dell’ampliamento delle competenze dei giudici di pace, ottenuto dopo un costante monitoraggio dell’attività legislativa. “Sapevamo che non era facile – ha spiegato Scialla – perché i giudici di pace non rientrano nelle statistiche del PNRR, ma abbiamo lavorato senza sosta, monitorando il lavoro e la situazione dei tribunali da nord a sud, e alla fine il rinvio è arrivato. Ce lo aveva anticipato lo stesso Viceministro in un incontro pubblico organizzato da OCF”. Guardando al futuro, Scialla ha sottolineato la necessità di una fase nuova per l’Avvocatura: “Quando si chiuderà la stagione del PNRR, potremo finalmente rimettere mano alla legge Cartabia. Il Ministero dispone già di un documento con oltre cento proposte di modifica, pronto per essere utilizzato: fra queste, il no agli avvocati ‘in remoto’, infine: l’inserimento dell’Avvocato in Costituzione, con un intervento sull’articolo 111. È una battaglia storica, e auspicandone la realizzazione, sarà il completamento di un percorso che abbiamo tracciato”.

Simona Grabbi, Presidente COA Torino, ha ribadito: “L’uso dell’IA nella nostra professione è già realtà. Il progresso tecnologico non conosce confini e quella parte dell’Avvocatura che non intende usarla fa una resistenza inutile perché conduce ad accettazioni ritardate, gregarie e quindi nocive. Noi avvocati non possiamo permetterci di essere neofobici: possiamo comprendere, regolare e darci un senso del limite. Adoperaci affinché questa fondamentale evoluzione tecnologica porta un miglioramento dell’accesso della giustizia e della difesa dei cittadini e non a un suo indebolimento. Il nostro compito è costruire l’algoretica, l’etica degli algoritmi, principi condivisi per guidare l’uso dell’IA. Abbiamo già un robusto quadro di riferimento, ci sono i principi eurounitari e nazionali e i principi cardinali sono chiari: rispetto dei diritti fondamentali, non discriminazione, qualità e sicurezza delle fonti, trasparenza e spiegabilità, supervisione umana costante e rispetto della normativa europea nel trattamento dei dati. Ma non basta, occorre definire i principi fondamentali dell’algoretica forense perché l’IA non è neutra, non dimentica e talvolta sbaglia”.

Il Congresso prosegue al Lingotto con una tavola rotonda sull’“AI ed esercizio della professione forense”. Poi le interviste al Sen. Avv. Francesco Paolo Sisto, Vice Ministro della Giustizia; alla Sen. Avv. Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministro per le Riforme Istituzionali. Infine il dialogo con i politici On. Maria Elena Boschi di Italia Viva, On. Enrico Costa di Forza Italia, Sen. Ada Lopreiato del Movimento 5 Stelle, del On. Debora Serracchiani del Partito Democratico, del Cons. Francesco Urraro della Lega Salvini Premier, On. Maria Carolina Varchi di Fratelli d’Italia.

GUARDA I LAVORI INTEGRALI DELLA SESSIONE INAUGURALE


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