Dopo la proposta di legge di Maurizio Gasparri spunta al Senato una nuovissima proposta di legge pro-life.
Gasparri, infatti, aveva depositato un disegno di legge per la modifica dell’articolo 1 del Codice Civile per introdurre il riconoscimento della capacità giuridica del feto.
Nella relazione di Gasparri si spiegava come «nella legge 194 che disciplina l’aborto non vi è una negazione dei diritti del concepito, ma nemmeno vi è un loro riconoscimento. Per questo, si ritiene opportuna la modifica dell’articolo 1 del Codice Civile» per prevenire «l’aborto volontario, in qualsiasi forma, legale o clandestino che sia».
Ora, invece, ecco una nuova proposta di legge depositata dal senatore Roberto Mania che ricalca quella di Gasparri. Anche la nuova proposta mira al riconoscimento della «capacità giuridica ad ogni essere umano». Per farlo, è necessario modificare l’articolo 1 del Codice Civile.
L’obiettivo è quello di «dichiarare che ogni uomo ha la capacità giuridica in quanto uomo, cioè che la soggettività giuridica ha origine dal concepimento, non dalla nascita».
Le opposizioni hanno il timore che tutto questo possa portare ad una mancata applicazione della 194, quindi sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Leggiamo ancora nel testo: «Si tratta di riconoscere, anche nell’ambito giuridico, che embrione, feto, neonato, bambino, ragazzo, adolescente, giovane, adulto, anziano, vecchio sono diversi nomi con cui si indica una identica realtà, un identico soggetto, lo stesso essere personale, lo stesso uomo».
Per il senatore è «indispensabile individuare con chiarezza il significato giuridico dell’essere umano nella fase più giovane della sua esistenza».
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Secondo Alessandra Maiorino del M5S: «Il partito di Meloni vuole derubare le donne della proprietà sul proprio corpo e attribuire soggettività giuridica superiore a un ovocita fecondato rispetto alla femmina».
Per Simona Malpezzi del PD, «riconoscere la capacità giuridica del concepito, come propone FdI significa soltanto una cosa: cancellare il diritto della donna di autodeterminarsi nella scelta di diventare madre o meno».
Questa non è la prima volta che il partito di Meloni viene accusato di voler limitare la legge 194. Ma il premier ha sempre ribadito che il suo obiettivo non è l’abolizione della legge, ma il suo rafforzamento per garantire alle donne «il diritto a non abortire».
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