Torino, 16 ottobre 2025 – Nel corso della giornata inaugurale del XXXVI Congresso Nazionale Forense, in corso al Lingotto di Torino, il coordinatore dell’Organismo Congressuale Forense, Mario Scialla, ha rivolto il suo saluto all’Avvocatura italiana, tracciando un bilancio del mandato dell’attuale Assemblea, giunta a conclusione.
“La legge professionale forense ora al vaglio del Parlamento è stata preparata al meglio dal lavoro di OCF – ha dichiarato Scialla – predisponendo un terreno sul quale abbiamo cercato, con lavoro corale e costante, di mettere al meglio ciò che spettava a noi seminare. C’era chi preconizzava un ritorno al passato: non bisognava invece limitarsi a un passaggio neutro. Abbiamo scelto di progredire, di tagliare su misura il profilo di un avvocato proiettato nel futuro.”
Nel suo intervento, Scialla ha ricordato alcuni risultati significativi conseguiti durante il mandato: “Abbiamo portato avanti e portato a casa la riforma sull’equo compenso, scegliendo con coscienza di non appoggiare emendamenti che avrebbero potuto rallentare se non addirittura rappresentare un passo del gambero. Siamo sempre stati vigili, come nel caso dei bandi di alcuni istituti che abbiamo impugnato, e abbiamo inciso molto nel dibattito sulla separazione delle carriere, promuovendo un approccio equilibrato e realistico.”
Un altro risultato concreto è stato il rinvio dell’ampliamento delle competenze dei giudici di pace, ottenuto dopo un costante monitoraggio dell’attività legislativa. “Sapevamo che non era facile – ha spiegato Scialla – perché i giudici di pace non rientrano nelle statistiche del PNRR, ma abbiamo lavorato senza sosta, monitorando il lavoro e la situazione dei tribunali da nord a sud, e alla fine il rinvio è arrivato. Ce lo aveva anticipato lo stesso Viceministro in un incontro pubblico organizzato da OCF.”
Guardando al futuro, Scialla ha sottolineato la necessità di una fase nuova per l’Avvocatura: “Quando si chiuderà la stagione del PNRR, potremo finalmente rimettere mano alla legge Cartabia. Il Ministero dispone già di un documento con oltre cento proposte di modifica, pronto per essere utilizzato: fra queste, il no agli avvocati ‘in remoto’ . Infine: l’inserimento dell’Avvocato in Costituzione, con un intervento sull’articolo 111. È una battaglia storica, e auspicandone la realizzazione, sarà il completamento di un percorso che abbiamo tracciato.”
Infine, un appello all’unità e alla responsabilità in vista del referendum sulla giustizia: “Ora arriva il momento più delicato, quello di parlare ai cittadini. Bisognerà comunicare in modo chiaro: non è un referendum sull’indipendenza o meno della magistratura. L’Avvocatura dovrà farsi comprendere, con consapevolezza e determinazione.”
Concludendo, Scialla ha ribadito il senso profondo del lavoro svolto in questi anni: “Serve un’Avvocatura che sappia che il mondo è cambiato, che non si ripieghi su se stessa ma guardi fuori, che conquisti nuovi territori professionali e culturali. È in questa direzione che presenteremo il nuovo Rapporto su imprese e avvocati, per costruire un ponte sempre più solido tra giustizia, economia e società.”
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