6 Ottobre 2025 - AVVOCATURA | La risposta

Del Noce, Camere civili: “Affidare ai notai le cause civili? Una proposta in contrasto con la Costituzione”

Il presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili replica a Il Sole 24 Ore: «La giurisdizione è esercizio della sovranità dello Stato, non un servizio tecnico delegabile. Privatizzare la giustizia significherebbe snaturarla e minarne la funzione costituzionale».

«Affidare le cause civili ai notai equivarrebbe a tradire i principi costituzionali della giurisdizione».
Con queste parole, l’avvocato Alberto Del Noce, presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili, ha risposto all’articolo di Giuseppe Fiengo, pubblicato il 3 ottobre su Il Sole 24 Ore nella sezione Norme e Tributi, dal titolo “E se affidassimo le cause civili ai notai”.

Del Noce, nella sua articolata replica, esprime “stupore e profonda contrarietà” verso una proposta che giudica «impropria e incompatibile con l’ordinamento costituzionale».

Secondo il presidente UNCC, attribuire a professionisti privati funzioni proprie del giudice civile significherebbe «abdicare al principio di separazione dei poteri», poiché il giudizio non può essere ridotto a un mero atto tecnico o amministrativo:

«L’attività giurisdizionale – scrive Del Noce – è esercizio della sovranità dello Stato. Implica poteri di coercizione, l’attribuzione di diritti soggettivi e la tutela dei diritti fondamentali. Non può essere delegata a chi non è investito del ruolo di arbitro imparziale né soggetto alle regole disciplinari e di valutazione previste per i magistrati».

L’avvocato civilista evidenzia come una simile scelta produrrebbe effetti dirompenti, creando una “giustizia parallela”, un ramo notarile «destinato a indebolire l’autorevolezza e la coerenza del sistema giudiziario».

«Il giudice non è un semplice applicatore di norme – prosegue Del Noce – ma un interprete del diritto, capace di costruire orientamenti e contribuire alla formazione del diritto vivente. Il notaio, per quanto tecnicamente preparato, non possiede la formazione maturata nel contraddittorio processuale: affidargli funzioni giudicanti significherebbe ridurre il processo a un atto amministrativo».

Il presidente UNCC riconosce che in alcune materie di volontaria giurisdizione (ad esempio, per atti riguardanti minori o amministrazioni di sostegno) il legislatore ha già attribuito ai notai compiti specifici, ma «sempre in assenza di conflitto tra le parti». Spingersi oltre questi limiti – osserva – «significherebbe alterare un equilibrio delicato e minare la funzione stessa della giurisdizione».

Del Noce sottolinea inoltre il valore del confronto dialettico tra le parti come fondamento della crescita del diritto civile:

«Il diritto si evolve dal conflitto di tesi, dalla motivazione delle sentenze, dalla riflessione giuridica. Una giustizia “notarile” impoverirebbe questa funzione evolutiva».

Anche sul piano pratico, Del Noce contesta la pretesa che l’affidamento delle cause ai notai possa ridurre l’arretrato: «Si rischierebbe di ottenere l’effetto opposto, caricando i notai di nuove incombenze e generando un ulteriore contenzioso, stavolta notarile, con una giustizia a due velocità».

Il tema dei costi, poi, apre un ulteriore problema:

«Chi li pagherà, i notai che dovrebbero redigere le sentenze? Lo Stato, che già sostiene le spese della magistratura? Le parti in causa, introducendo una nuova tassa d’accesso alla giustizia? Nessuna di queste soluzioni è sostenibile».

Del Noce interviene anche sul piano storico, confutando l’idea che nel Medioevo i notai “amministrassero giustizia”:

«È vero che partecipavano ai tribunali, ma il loro compito era solo di verbalizzare e conservare gli atti. Le decisioni spettavano ai giudici. Tornare a quel modello sarebbe un passo indietro di secoli».

Il presidente dell’UNCC conclude con un richiamo forte e propositivo:

«Se davvero si vuole migliorare l’efficienza del sistema giudiziario, la strada è un’altra: investire sulla magistratura, potenziarne gli organici, digitalizzare i processi e semplificare le procedure nel rispetto del giusto processo. Lo snellimento delle cause non deve avvenire a scapito del diritto, ma grazie al diritto».

Una posizione netta, quella di Del Noce, che ribadisce la centralità del giudice e dell’avvocatura nel sistema democratico: la giustizia, afferma, «non si vende, non si appalta, e non si delega».


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