23 Settembre 2025 - IN PRIMO PIANO | Competenze civili e penali

Professioni e intelligenza artificiale, la legge delega ridisegna regole e responsabilità

Competenza esclusiva dei Tribunali per le cause in materia di IA, obbligo di informare i clienti sull’uso delle tecnologie e nuovo reato di deepfake con pene fino a cinque anni

La rivoluzione dell’intelligenza artificiale entra a pieno titolo nel diritto italiano con la legge delega approvata dal Parlamento nei giorni scorsi. Il provvedimento introduce principi destinati a incidere in maniera significativa sul mondo delle professioni, sulla procedura civile e sul diritto penale, delineando i contorni di un sistema che dovrà essere definito dai futuri decreti attuativi del Governo.

Cause di IA solo ai Tribunali
Una prima novità riguarda la competenza civile. Le controversie legate all’intelligenza artificiale non saranno più affidate ai giudici di pace, ma passeranno esclusivamente ai Tribunali ordinari e, per i casi più complessi, alle sezioni specializzate delle imprese. Un cambiamento che accomuna le cause di IA a quelle su imposte e tasse, diritti onorifici, stato e capacità delle persone, querela di falso ed esecuzione forzata.

Responsabilità e trasparenza dei professionisti
Il testo stabilisce anche che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale da parte dei professionisti debba restare limitato ad attività strumentali e di supporto: il cuore della prestazione deve conservare natura intellettuale. Avvocati, commercialisti e consulenti avranno quindi l’obbligo di informare i clienti sulle tecnologie impiegate, con linguaggio chiaro e comprensibile, illustrando rischi e potenzialità. Gli Ordini professionali potranno inoltre organizzare percorsi formativi dedicati e sarà riconosciuto un equo compenso proporzionato alla responsabilità e ai rischi connessi all’uso di strumenti hi-tech.

Il nuovo reato di deepfake
Sul fronte penale, la legge introduce l’articolo 612-quater del codice penale, che punisce con la reclusione da uno a cinque anni la diffusione illecita di contenuti generati o manipolati dall’IA senza il consenso dell’interessato. Si tratta di un delitto procedibile a querela, salvo i casi in cui sia connesso ad altri reati perseguibili d’ufficio o commesso ai danni di minori, incapaci o pubbliche autorità. Previste aggravanti specifiche quando l’intelligenza artificiale viene utilizzata per ostacolare la difesa, amplificare gli effetti di una frode, manipolare i mercati finanziari o interferire con il libero esercizio dei diritti politici.

IA e diritto d’autore
La legge interviene infine anche sul copyright: le opere create con l’ausilio dell’intelligenza artificiale saranno tutelate solo se frutto di un apporto creativo umano. Viene regolata inoltre l’estrazione e la riproduzione di testi e dati da opere e banche dati tramite sistemi di IA, con limiti conformi alla normativa vigente.


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