Il ritorno in classe non porta con sé soltanto libri e lezioni, ma anche una raffica di minacce informatiche. Secondo i dati di Check Point, da gennaio a luglio 2025 scuole e università hanno registrato in media 4.356 attacchi a settimana, il 41% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’Italia è tra i Paesi più colpiti: gli attacchi settimanali sono balzati a quota 8.593, con un incremento dell’82%, seconda solo a Hong Kong.
Le vulnerabilità sono note: credenziali condivise, sistemi datati, budget IT ridotti e un’utenza vasta e frammentata che va da studenti a famiglie. I criminali approfittano di periodi sensibili, come il rientro a scuola, registrando domini “clone” e inviando campagne di phishing che imitano pagine di login istituzionali o procedure amministrative. Basta un clic sbagliato per consegnare password e token agli aggressori.
Il ransomware resta la minaccia più redditizia: oggi rappresenta circa la metà degli incidenti rilevati, con nuovi gruppi come Qilin e Medusa che adottano tecniche di cifratura avanzate. Non mancano poi false pagine di Outlook, portali universitari contraffatti e documenti fasulli che inducono gli utenti a pagamenti tramite QR code.
Il fattore umano continua a essere l’anello debole: oltre il 40% degli incidenti deriva da configurazioni errate dell’autenticazione a più fattori, mentre un terzo degli attacchi sfrutta ancora vecchi script come PowerShell 1.0.
Gli esperti concordano: servono formazione mirata per studenti e personale, aggiornamenti costanti dei sistemi, monitoraggio dei nuovi domini sospetti e strumenti di sicurezza in grado di bloccare minacce prima che arrivino agli utenti. Solo così le aule digitali potranno tornare a essere spazi sicuri di apprendimento.
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