Non si attenua l’ondata di disagi causata dal cyber-attacco che ha paralizzato il sistema di check-in e imbarco bagagli in diversi aeroporti europei. A Bruxelles, ieri, sono stati cancellati 75 voli tra partenze e arrivi, un numero quasi doppio rispetto ai 38 del giorno precedente. La situazione resta critica: anche per oggi le compagnie aeree sono state invitate ad annullare la metà dei 276 voli programmati.
Gli esperti informatici sono ancora al lavoro per capire chi si celi dietro l’attacco che ha colpito Collins Aerospace, società che gestisce la piattaforma Muse, utilizzata da più scali per condividere banchi e gate. L’ipotesi più concreta è quella di un accesso non autorizzato tramite le credenziali di un dipendente, tra gli oltre 80 mila della società.
La vicenda assume anche risvolti geopolitici: si ipotizza un legame tra l’attacco e i contratti militari di Collins Aerospace e della sua casa madre RTX con le forze armate occidentali, NATO compresa. Intanto, a destare preoccupazione è la lentezza con cui l’azienda ha gestito la comunicazione: nessuna indicazione chiara su cosa sia accaduto né sui tempi per il ripristino.
Oltre Bruxelles, disagi — seppur più contenuti — si sono registrati anche a Berlino, Londra Heathrow e Dublino. Ma nella capitale belga il blocco si fa sentire con più forza: senza una versione sicura del sistema, il check-in resta manuale e il ritorno alla normalità appare ancora lontano.
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