Un braccialetto che ascolta il corpo, decifra lo stato mentale e lo accompagna verso equilibrio e benessere. È questa la promessa di un nuovo sistema sviluppato al Politecnico di Torino da un gruppo di ricerca coordinato da Luca Mesin, professore di Bioingegneria e responsabile del laboratorio “Mathematical Biology and Physiology”.
Dati biometrici che dialogano con il cervello
Il dispositivo rileva parametri come il battito cardiaco e, attraverso un algoritmo personalizzato, interpreta la condizione psicofisica dell’utente. A quel punto entra in gioco la neurostimolazione sonora: suoni mirati vengono inviati al sistema nervoso per favorire la concentrazione o, al contrario, indurre uno stato di rilassamento nei momenti di forte stress.
«Le onde cerebrali variano a seconda delle condizioni mentali — spiega Mesin —. Stimolando la banda giusta, possiamo accompagnare la persona verso lo stato cognitivo desiderato, andando oltre i suoi stessi limiti».
Oltre il neurofeedback: una guida più che un allenamento
Rispetto al tradizionale neurofeedback, che funziona come un allenamento cerebrale, il nuovo metodo non chiede all’utente di imparare a raggiungere certi stati mentali: lo “prende per mano” e lo guida direttamente. In questo modo, il percorso diventa più immediato e accessibile anche a chi non ha familiarità con tecniche di autocontrollo.
Dalla ricerca alle possibili applicazioni
Le prospettive sono ampie: non solo benessere e gestione dello stress, ma anche potenziamento della concentrazione, supporto alla memoria e applicazioni con realtà aumentata. Il sistema sarà testato per la prima volta dal pubblico durante “SaluTo – Torino Medicina e Benessere”, in programma il 21 settembre.
Parallelamente, è allo studio una collaborazione con associazioni territoriali per coinvolgere pazienti affetti da stress cronico, in modo da valutare l’efficacia del metodo in condizioni reali.
Una sfida complessa: tradurre il linguaggio dei neuroni
Resta aperta la sfida scientifica più grande: leggere con precisione un organo tanto complesso quanto il cervello umano. «Gli 80 miliardi di neuroni interagiscono come miliardi di voci che parlano tutte insieme — sottolinea Mesin —. Un elettroencefalogramma ne cattura solo una parte, un po’ come ascoltare una folla con pochi microfoni».
Nonostante la complessità, i ricercatori del Politecnico sono fiduciosi: con modelli matematici sempre più raffinati, sarà possibile ottenere stime via via più precise.
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