25 Luglio 2025 - LAVORO | Il rapporto OCSE

Italia verso il baratro demografico: entro il 2060 12 milioni di lavoratori in meno

Secondo il rapporto Ocse, il nostro Paese subirà il contraccolpo più duro tra le economie avanzate: -34% della popolazione attiva e una perdita potenziale del PIL pro capite fino allo 0,5% l’anno. Il divario di genere e l’inattività giovanile tra le cause principali

L’Italia si avvia verso una crisi demografica senza precedenti che rischia di compromettere crescita economica, sostenibilità del welfare e tenuta del mercato del lavoro. Secondo l’Employment Outlook 2025 presentato dall’Ocse al CNEL, entro il 2060 il nostro Paese perderà 12 milioni di persone in età lavorativa, con una flessione del 34%: una caduta quattro volte più grave rispetto alla media dei 38 Paesi Ocse, ferma all’8%.

Le conseguenze si annunciano pesanti: se la produttività del lavoro dovesse mantenersi sui livelli medi del periodo 2006-2019 (0,31%), il PIL pro capite italiano calerebbe dello 0,5% ogni anno, con una contrazione complessiva del 22% entro la metà del secolo.

I numeri di una crisi annunciata

Il rapporto tra lavoratori e popolazione totale in Italia è destinato a diminuire di 5,1 punti percentuali, evidenziando il peso crescente della componente inattiva sul sistema economico. A complicare il quadro, il divario occupazionale di genere che resta tra i più elevati in Europa: oltre 17 punti percentuali, con le donne che continuano a permanere nell’inattività in misura maggiore rispetto agli uomini (+4 punti percentuali). Appena il 20% delle ragazze sceglie percorsi universitari in ambito STEM, contro il 40% dei ragazzi: una disparità che si riflette anche sull’accesso alle professioni più richieste.

Secondo l’Ocse, ridurre il gender gap tra i più giovani potrebbe contribuire a incrementare il PIL pro capite nazionale di oltre 0,35 punti percentuali annui, il maggior potenziale di crescita stimato tra tutti i Paesi dell’Unione Europea.

Anziani e giovani: il potenziale non valorizzato

Sebbene negli ultimi vent’anni l’Italia abbia aumentato significativamente il tasso di occupazione tra i lavoratori senior (tra i 55 e i 59 anni +31,8 punti percentuali; tra i 60 e i 64 anni +25,7 punti), la partecipazione degli over 60 al mercato del lavoro rimane sotto la media Ocse. Nel 2024, il tasso di occupazione nella fascia 60–64 anni era del 47%, contro il 56% della media Ocse.

Sul fronte opposto, il potenziale giovanile resta largamente inutilizzato: nel 2024 l’Istat ha registrato 1,34 milioni di Neet, con una concentrazione nel Mezzogiorno più che doppia rispetto al Nord. Il presidente del Cnel, Renato Brunetta, ha sottolineato la necessità di misure per attrarre e trattenere i talenti, avvicinando formazione e mercato e sostenendo i redditi reali delle nuove generazioni.

Produttività e salari: le altre sfide

La leva della produttività rappresenta l’altro grande nodo: se l’Italia riuscisse a raddoppiare il proprio tasso di crescita al livello medio Ocse degli anni ’90 (circa l’1%), il PIL pro capite potrebbe aumentare fino all’1,34% annuo. Ma il report dell’Ocse è netto: alla luce delle performance degli ultimi decenni, l’obiettivo appare irrealistico senza una svolta strutturale.

Intanto, i salari reali continuano a soffrire: nonostante una ripresa nell’ultimo anno, a inizio 2025 risultavano inferiori del 7,5% rispetto al 2021, a causa dell’ondata inflattiva post-pandemia. Le previsioni indicano una crescita dei salari nominali del 2,6% nel 2025 e del 2,2% nel 2026, a fronte di un’inflazione stimata rispettivamente al 2,2% e all’1,8%. Una dinamica che, almeno in teoria, dovrebbe garantire un recupero del potere d’acquisto.

Un’agenda per il futuro

Per contrastare l’inverno demografico e il declino economico, l’Ocse propone una strategia articolata su quattro direttrici:

  • riduzione del gender gap,

  • valorizzazione del capitale giovanile,

  • attivazione degli anziani in buona salute,

  • governo dei flussi migratori regolari.

Il presidente della Commissione parlamentare sulla transizione demografica, Elena Bonetti, ha parlato della necessità di «riformare il welfare, rivedere il sistema pensionistico e puntare con decisione sulla produttività per evitare una recessione strutturale».

Un quadro complesso, dunque, che richiede non solo consapevolezza politica ma anche azioni rapide e coordinate. Come ha ricordato Michele Tiraboschi, presidente della Commissione dell’informazione del Cnel, «serve una valutazione periodica dell’evoluzione del mercato del lavoro da parte delle forze sociali, per trasformare i dati in scelte concrete e operative».


LEGGI ANCHE

avvocati clima servicematica

Avvocati e scienziati alleati per la transizione ecologica

Gli avvocati, in collaborazione con gli scienziati, possono avere un ruolo di rilevanza nella lotta al cambiamento climatico. La transizione ecologica si muove infatti su…

Sempre più investitori scelgono l’assistenza legale per le controversie finanziarie

Dati stabili sulle dispute all’Arbitro per le Controversie Finanziarie, ma i risarcimenti calano a 9,4 milioni. Cresce il rischio delle truffe online.

Fisco, stretta sui forfettari: in arrivo una campagna di controlli serrati

L'Agenzia delle Entrate ha annunciato una serie di verifiche mirate per il 2024, con l'obiettivo di intensificare i controlli sui contribuenti che adottano il regime…

TORNA ALLE NOTIZIE

Iso 27017
Iso 27018
Iso 9001
Iso 27001
Iso 27003
Acn
RDP DPO
CSA STAR Registry
PPPAS
Microsoft
Apple
vmvare
Linux
veeam
0
    Prodotti nel carrello
    Il tuo carrello è vuoto