ROMA, 11 luglio 2025 – Nel giorno in cui ricorre l’anniversario del suo barbaro assassinio, l’Unione Nazionale delle Camere Civili (UNCC) ricorda con profonda commozione e ammirazione la figura di Giorgio Ambrosoli, l’avvocato che pagò con la vita la fedeltà al diritto e allo Stato.
Ambrosoli, civilista competente e riservato, nel 1974 fu nominato commissario liquidatore della Banca Privata Italiana dall’allora Governatore della Banca d’Italia, Guido Carli. Un incarico difficile, in un contesto segnato da opacità finanziarie e pericoli concreti, che Ambrosoli accettò con un alto senso civico e senza esitazione.
Durante il suo incarico scoprì un sistema di gravi irregolarità nei conti della banca e nell’intreccio societario orbitante intorno a Michele Sindona, figura centrale di un blocco di potere che teneva insieme criminalità organizzata, finanza deviata, massoneria e settori politici. Ambrosoli rifiutò ogni tentativo di pressione e corruzione, opponendosi alla narrazione costruita per salvare Sindona a spese dello Stato.
In una celebre lettera alla moglie Annalori, scriveva: “Incarico senza prospettive e senza ritorno. Ma in fondo – in piena coscienza – l’ho accettato per il Paese, e quindi senza alcuna esitazione e con molto entusiasmo.” Parole che ancora oggi rappresentano un manifesto morale della professione forense.
Lasciato colpevolmente solo dalle istituzioni, nonostante le minacce ricevute e il clima ostile, Ambrosoli fu assassinato l’11 luglio 1979, sotto casa, da un killer mandato da Sindona. Un omicidio annunciato che privò il Paese di un servitore onesto e silenzioso della legalità.
L’UNCC ha voluto oggi rinnovare il proprio tributo alla sua memoria, sottolineando come il valore di Ambrosoli risieda non solo in ciò che fece, ma nel modo in cui lo fece: con rigore, riservatezza e coerenza etica. “L’Avvocatura civile italiana non può dimenticare Giorgio Ambrosoli,” afferma il presidente Alberto Del Noce, “perché il suo esempio ci ricorda ogni giorno che legalità e indipendenza sono scelte quotidiane, mai conquiste definitive.”
Il miglior modo per onorarlo, conclude l’UNCC, non è nella retorica delle ricorrenze, ma nella costante difesa dell’autonomia, della competenza e della funzione costituzionale dell’avvocatura. Giorgio Ambrosoli, oggi più che mai, continua a vivere nell’impegno di chi non accetta scorciatoie e compromessi nella tutela del diritto e dell’interesse pubblico.
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