ROMA — In un momento in cui il clima attorno alla giustizia si fa sempre più acceso, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è tornato a richiamare magistrati e politica alla responsabilità. Nel consueto incontro annuale con i giovani magistrati in tirocinio, il Capo dello Stato ha lanciato un messaggio chiaro: evitare toni esasperati e repliche sopra le righe, per non prestare il fianco a chi vorrebbe trascinare le toghe nella polemica politica.
Il presidente ha ammonito contro il rischio di indebolire il ruolo della magistratura, sottolineando come le provocazioni non manchino e come sia indispensabile che i magistrati mantengano rigore morale, professionalità elevata e imparzialità, anche nell’uso dei social media. «Chi si comporta male», ha avvertito Mattarella, «finisce per compromettere la credibilità dell’intera categoria».
Un richiamo, il suo, che arriva mentre il dibattito sulla riforma della giustizia e la separazione delle carriere è entrato nel vivo. La riforma costituzionale, già approvata alla Camera, sarà infatti discussa in Senato l’11 giugno, con le opposizioni pronte a dare battaglia.
Mattarella ha condannato le strumentalizzazioni e gli attacchi rivolti ai magistrati, definiti tentativi cinici di alimentare tensioni e screditare la giurisdizione agli occhi dell’opinione pubblica. E ha stigmatizzato le recenti dichiarazioni che hanno paragonato i magistrati critici con il governo a realtà criminali, definendole «insultanti e inaccettabili».
Il Capo dello Stato ha poi ribadito l’importanza della coerenza nell’applicazione delle leggi, per evitare disparità di trattamento tra casi simili e garantire ai cittadini una giustizia prevedibile e trasparente. Un passaggio, il suo, che sembra anche un velato riferimento ad alcune recenti sentenze finite sotto i riflettori.
Il presidente ha infine ricordato come la giurisdizione debba restare ancorata alla legalità, libera da pressioni esterne e dalle tentazioni di protagonismo. Solo così, ha concluso, si potrà preservare il rispetto e la fiducia dei cittadini verso il sistema giudiziario.
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