Per la rilevanza dei fatti accertati e per rassicurare la collettività sulla capacità dello Stato di tutelare le persone più vulnerabili, la Procura della Repubblica di Prato ha diffuso un comunicato ufficiale che segna un passo importante nella lotta allo sfruttamento lavorativo.
A seguito delle azioni avviate dall’ufficio guidato dal procuratore Luca Tescaroli, numerosi imprenditori cinesi e decine di lavoratori di origini pakistane, cinesi, africane e bengalesi hanno scelto di collaborare con la giustizia. Dal febbraio 2025, ben sessanta lavoratori hanno deciso di denunciare le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti, rompendo così un muro di omertà e paura.
Il bilancio, a quasi un anno dall’inizio delle indagini, è significativo: la Procura ha richiesto il rilascio di venti permessi di soggiorno per motivi di giustizia e ottenuto misure di protezione personale per diversi testimoni, con il supporto delle autorità di pubblica sicurezza.
Per incentivare ulteriori collaborazioni e facilitare il contatto diretto con la magistratura, è stato istituito un canale dedicato. Chiunque sia interessato a denunciare situazioni di sfruttamento o abusi potrà inviare un semplice sms, in italiano o nella propria lingua madre, ai numeri messi a disposizione dalla Procura della Repubblica e dal Dipartimento Prevenzione ASL, indicando il proprio recapito e la volontà di collaborare. Il referente provvederà successivamente a ricontattare l’interessato per fissare un incontro riservato.
La Procura sottolinea che l’attività sarà gratuita e potrà essere svolta esclusivamente dalla persona direttamente coinvolta.
Un segnale importante, in un territorio segnato da anni da fenomeni di sfruttamento intensivo nei settori manifatturiero e tessile. La speranza è che questa apertura favorisca una nuova stagione di legalità e tutela dei diritti.
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