25 Marzo 2025 - Diritto del lavoro

L’Intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro: lo Statuto dei lavoratori va aggiornato

Nuove regole per i controlli a distanza e l’uso dell’IA: serve un adeguamento normativo

L’Intelligenza Artificiale (IA) sta trasformando il mondo del lavoro, ma la normativa italiana sui controlli a distanza e sui diritti dei lavoratori deve essere aggiornata per rispondere a queste nuove sfide. Il Senato, con l’approvazione in prima lettura del Regolamento UE 2024/1689 (AI Act) il 20 marzo 2025, ha posto le basi per una regolamentazione dell’uso dell’IA nei luoghi di lavoro, con particolare attenzione ai sistemi automatizzati che influenzano le decisioni aziendali e il monitoraggio del personale.

Obblighi informativi e tutela dei lavoratori

Secondo l’AI Act, i datori di lavoro che intendono utilizzare sistemi di IA considerati “ad alto rischio” – ossia quelli impiegati per selezionare, valutare o monitorare i dipendenti – devono informare preventivamente sia i lavoratori interessati che i loro rappresentanti sindacali. L’articolo 11 del Regolamento richiama esplicitamente il rispetto dei diritti fondamentali, la trasparenza e la tutela delle condizioni di lavoro, imponendo un obbligo formativo prima dell’introduzione di questi strumenti.

L’uso di tali sistemi può avere un impatto significativo sulla gestione dei rapporti di lavoro, incidendo, ad esempio, sulle decisioni relative alle promozioni, ai licenziamenti o alla valutazione delle performance individuali. Per questo motivo, il Regolamento sottolinea che le normative nazionali più favorevoli ai lavoratori rimangono in vigore e devono essere integrate con le nuove disposizioni europee.

Controlli a distanza e Statuto dei Lavoratori: necessaria una revisione

Uno dei punti più critici riguarda l’interazione tra il Regolamento UE e l’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 300/1970), che disciplina i controlli a distanza. Sarà necessario chiarire se i sistemi di IA utilizzati per monitorare i dipendenti rientrano nelle disposizioni già previste dalla normativa italiana o se richiedano nuove regolamentazioni. In particolare, bisognerà stabilire se per l’uso di questi strumenti serva l’accordo sindacale o l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.

Un altro tema delicato riguarda il diritto di difesa nei procedimenti disciplinari: potrebbe un robot raccogliere e analizzare i dati per valutare il comportamento di un dipendente? Questa prospettiva apre interrogativi etici e giuridici che dovranno essere affrontati dal legislatore.

Un osservatorio per monitorare l’impatto dell’IA nel lavoro

Per gestire queste trasformazioni, l’articolo 12 del Regolamento prevede l’istituzione di un osservatorio sull’adozione dell’IA nel mondo del lavoro. Questo organismo avrà il compito di sviluppare strategie per l’integrazione dell’IA nei processi aziendali, valutare il suo impatto sul mercato del lavoro e identificare i settori maggiormente coinvolti dall’automazione.

Il rinvio dell’AI Act alla legislazione nazionale impone, quindi, un aggiornamento delle norme italiane. L’integrazione tra regolamenti europei e statuti nazionali sarà cruciale per garantire un equilibrio tra innovazione tecnologica e tutela dei diritti dei lavoratori.


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