Redazione 14 Gennaio 2025

Sicurezza, il governo lavora a uno “scudo” per le forze dell’ordine

ROMA — Dopo le aggressioni alle forze dell’ordine a Roma e Bologna, il governo accelera su un nuovo provvedimento per tutelare gli agenti in servizio. Si parla di una norma destinata a modificare il codice di procedura penale, introducendo una fattispecie che eviterebbe ai magistrati di iscrivere automaticamente nel registro degli indagati agenti coinvolti in ipotesi di reato, laddove vi siano prove evidenti a discolpa.

L’obiettivo è garantire massima protezione alle forze dell’ordine, riducendo i tempi delle indagini e limitando le ripercussioni sul piano personale e professionale, come la sospensione dal servizio e dallo stipendio.

Un percorso alternativo per le indagini

Secondo il piano in discussione, il magistrato inquirente potrebbe verificare i fatti senza procedere immediatamente all’iscrizione nel registro degli indagati, demandando il caso alle corti d’appello in presenza di prove evidenti. Questa opzione, comunque, rimarrebbe a discrezione del pubblico ministero, che manterrebbe il potere di procedere qualora emergessero elementi incriminanti durante le indagini.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano stanno lavorando in queste ore per definire i dettagli del provvedimento, che potrebbe essere presentato sotto forma di decreto o come emendamento a un disegno di legge già in discussione.

La priorità del governo: proteggere chi serve il Paese

L’encomio conferito venerdì scorso dal ministro della Difesa Guido Crosetto al maresciallo Luciano Masini, indagato per eccesso di legittima difesa, è stato il preludio a una stretta. Gli episodi di violenza contro gli agenti hanno spinto Palazzo Chigi a intervenire con urgenza per rafforzare la tutela delle forze dell’ordine.

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato l’importanza del provvedimento: “Tutti condividono l’urgenza di definire un quadro normativo che includa tutele aggiuntive per chi indossa la divisa, oltre all’innalzamento delle pene per reati violenti”.

Iter parlamentare e prospettive

Il testo dovrà passare dal Consiglio dei Ministri, ma vista la complessità della materia, difficilmente sarà discusso nella riunione odierna. Intanto, il disegno di legge sulla sicurezza, che include oltre 20 nuovi reati, prosegue il suo iter nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato.

La maggioranza punta a una rapida approvazione, ma l’inserimento di nuove norme in questo contesto potrebbe riaprire tensioni politiche. Tuttavia, il governo sembra determinato a procedere per garantire maggiore serenità e operatività alle forze dell’ordine.


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