Durante l’incontro di ieri pomeriggio tra i sindacati e la delegazione di parte pubblica per discutere l’ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) del personale non dirigenziale del Ministero della Giustizia, Confintesa Funzione Pubblica (FP) ha ribadito la propria netta contrarietà alla proposta avanzata.
“No a un contratto che dequalifica il personale”
Il segretario generale di Confintesa FP, Claudia Ratti, ha espresso con fermezza la posizione del sindacato, dichiarando: “Negli ultimi mesi abbiamo visto una proposta che non solo non è mai migliorata, ma è stata addirittura peggiorata, fino a dequalificare il personale. Dopo 14 anni di blocco del Contratto Integrativo, siamo di fronte a un’emergenza che richiede risposte eccezionali: risorse e volontà politica, i grandi assenti di questo processo.”
Ratti ha criticato aspramente l’urgenza addotta dalla parte pubblica per giustificare la firma, definendola “una scusa creata dagli stessi che hanno causato il ritardo delle trattative”. “È inaccettabile che il personale debba pagare il prezzo di riforme a costo zero e piani assunzionali che ignorano i veri bisogni organizzativi,” ha aggiunto.
Le priorità di Confintesa FP
Nel corso della riunione, Confintesa FP ha indicato chiaramente le proprie richieste:
- Un nuovo PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione) che valorizzi il personale di ruolo, corregga gli inquadramenti errati e stabilizzi i precari, inclusi gli oltre 400 operatori a termine e part-time la cui scadenza è prevista per marzo 2025.
- La definizione di famiglie professionali che rispettino i posti in pianta organica, garantendo ai precari non solo una stabilizzazione formale, ma anche una reale integrazione nel sistema organizzativo.
Un atto di responsabilità
Ratti ha sottolineato che Confintesa FP ha sempre firmato contratti solo quando li ha ritenuti validi per i lavoratori, senza cedere a pressioni politiche o programmatiche. “Non possiamo accettare un CCNI che lascia fuori i lavoratori e non dà risposte concrete dopo anni di sacrifici. Rifiutare di firmare questa proposta è un atto di responsabilità verso ogni lavoratore e tutti i nostri iscritti,” ha dichiarato.
Il sindacato si dice pronto a firmare quando verrà presentato un progetto organico e completo: “Serve un cambio di passo e un’attenzione reale per chi, da decenni, garantisce il funzionamento del sistema giustizia senza ricevere nulla in cambio.”
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