La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26440/2024, ha confermato la legittimità del licenziamento di un dipendente che aveva rivolto espressioni sgarbate e scurrili a un cliente. Il lavoratore aveva presentato ricorso, dopo che la Corte d’Appello aveva già evidenziato la gravità del comportamento, aggravato dalla mancanza di scuse e dalla prosecuzione della discussione con toni accesi.
La Corte d’Appello aveva inoltre considerato i precedenti disciplinari del dipendente, ritenendo congruo il provvedimento di licenziamento. La Cassazione, nel rigettare il ricorso, ha ribadito alcuni principi fondamentali in materia di licenziamento per giusta causa, sottolineando che tali disposizioni devono essere interpretate dal giudice, tenendo conto sia della coscienza generale sia dei principi giuridici richiamati implicitamente dalle norme.
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