Rinviato al 1° gennaio 2025 l’entrata in vigore definitiva del processo penale telematico.
Francesco Greco, il presidente del Consiglio Nazionale Forense, sin dal principio ha richiesto al Ministero della Giustizia una soluzione di buon senso, tenendo in considerazione determinati limiti oggettivi, come, per esempio, l’infrastruttura telematica, che talvolta non permette di portare a termine la procedura di deposito, così come la formazione dei magistrati e del personale delle cancellerie.
Le richieste avanzate dal Cnf, dall’Ocf, dall’Unione delle Camere penali italiane e dall’Aiga sono state accolte positivamente, a seguito di un confronto per esporre le principali preoccupazioni degli avvocati.
L’utilizzo esclusivo del deposito telematico degli atti penali a partire dal 1° gennaio 2024 avrebbe comportato troppi rischi. Dunque, resta la possibilità per un altro anno del deposito in cancelleria degli atti in formato cartaceo e con PEC.
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Francesco Greco sottolinea quanto lavoro di squadra si sia fatto nel corso degli ultimi mesi: «Il risultato conseguito è frutto della collaborazione con le altre componenti dell’avvocatura e della disponibilità mostrata dal ministero della Giustizia, nella persona del viceministro Sisto. Una soluzione saggia per dare piena attuazione al processo penale, che, però, non può essere lasciato al caso, all’improvvisazione, ma necessita di andare avanti per gradi in modo da approdare definitivamente al ppt senza rischi».
«L’avvocatura», prosegue, «non è contro il processo penale telematico. Si tratta di uno strumento tecnologico con il quale gli avvocati devono confrontarsi, ma pretendiamo che ci siano le giuste garanzie di efficienza. Il portale presenta tuttora aspetti problematici, per questo abbiamo chiesto la possibilità di prevedere un ulteriore periodo di rodaggio, fino al 31 dicembre 2024, per consentire agli avvocati di depositare gli atti anche tramite posta certificata».
Per Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia, «L’obiettivo è consentire la definitiva digitalizzazione. Il portale, a fine corsa, sarà l’unico luogo in cui gli atti potranno essere depositati. Questo percorso viene accompagnato, fino a quando non avremo la certezza che il portale sarà perfettamente funzionante, da alcune forme alternative da intendersi di soccorso all’utilizzo del portale stesso. Non dimentichiamo, infine, che vanno implementati i percorsi formativi sia per i cancellieri che per gli avvocati. Abbiamo provato a far partire la digitalizzazione dal basso, anziché dall’alto. È stato questo lo spirito che ci ha animato, rendendo l’avvocatura pienamente partecipe».
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