19 Aprile 2023

Cannabis: carcere fino a cinque anni

Mercoledì 19 aprile 2023

Fratelli d’Italia ha intenzione di riportare in carcere le persone che detengono piccole quantità di sostanze psicotrope, sia per uso personale o per spaccio. La proposta, tuttavia, potrebbe portare ad un peggioramento dell’attuale sovraffollamento delle carceri, così come riportato dall’Associazione Antigone, e colpirà principalmente chi utilizza cannabis.

L’attenzione si concentra sui reati di “Lieve entità” previsti dall’art 73, commi 5, 5-bis e 5-ter, del Testo Unico sugli stupefacenti. Tali disposizioni assicurano pene leggere secondo la “quantità e la qualità delle sostanze”, a coloro che posseggono piccole quantità di droghe o sostanze come la cannabis.

Le pene vanno da 6 mesi a 4 anni di detenzione, multe da 1000 a 10.000 euro e lavori socialmente utili, finalizzati all’evitamento dell’accanimento giudiziario contro piccoli spacciatori e consumatori, per non intasare le carceri.

Pena unica del carcere sino a 5 anni

Quello che vuole fare Fratelli d’Italia è cancellare l’articolo 73 e la lieve entità, introducendo la pena unica del carcere sino a 5 anni. Le regole del Testo Unico sugli stupefacenti sono tornate in vigore dopo la dichiarazione di incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi, molto criticata per le pene sproporzionate, se rapportate alle condotte oggetto di sanzione.

Inoltre, la Fini-Giovanardi ha ricevuto forti critiche anche per aver contribuito al sovraffollamento delle carceri italiane. Visto che il 30% della popolazione carceraria è attualmente detenuta in Italia per aver violato il Testo Unico sugli stupefacenti, principalmente per cannabis, la proposta avanzata da FdI, per l’Associazione Antigone sembra voler riportare indietro il tempo.

In tutto questo, inoltre, non sono state prese in considerazione le politiche sulla riduzione del danno per quanto riguarda gli stupefacenti, sostenute dall’Onu ma anche dall’Unione europea, che ha ridotto o eliminato le pene per gli utilizzatori, implementato la prevenzione e gli interventi contro i narcotrafficanti.

A presentare la stretta è la deputata Augusta Montaruli, che recentemente si è dovuta dimettere dal ruolo di sottosegretaria all’Università per aver ricevuto una condanna per peculato dalla Corte di Cassazione, all’interno dell’inchiesta Rimborsopoli.

Montaruli è stata condannata ad un anno e sei mesi, poiché aveva usato 25mila euro pubblici per comprare Swarovski, borse e vestiti firmati, pagare cene di lusso e ulteriori spese illecite durante il suo ruolo di consigliera regionale di FdI in Piemonte.

La rimozione della cannabis dalla Tabella IV

Nel 2020, la Commissione narcotici dell’Onu ha riconosciuto che la cannabis ha un valore terapeutico, rimuovendo la sostanza dalla Tabelle degli stupefacenti che rappresentano un rischio per la salute. Tutta l’Ue ha votato a favore, anche l’Italia: l’unica eccezione è stata l’Ungheria.

Tale decisione è stata presa basandosi sulle raccomandazioni dell’OMS, accogliendo quella che riguarda la rimozione della cannabis dalla Tabella IV della Convenzione Unica sugli stupefacenti, dove era affiancata agli oppioidi pericolosi e all’eroina.

In ogni caso, i singoli governi hanno ancora giurisdizione sulla classificazione della cannabis a livello nazionale.

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