14 Aprile 2023

Crescono i redditi degli avvocati, anche se il 40% guadagna meno di 20mila euro

Venerdì 14 aprile 2023

Il settimo rapporto sull’avvocatura di Cassa Forense fotografa tantissime situazioni, anche contrastanti tra loro. Sembra che gli avvocati comincino a lasciarsi alle spalle il 2020, registrando una crescita per il reddito medio Irpef del 12,2% nel 2021. Si sale, dunque, a 42.386 euro.

Un aumento dell’11% anche nel volume d’affari medio, che tocca quota 62.888 euro. Per Valter Militi, presidente di Cassa Forense, ci troviamo di fronte a «segnali timidi ma incoraggianti». Osserva anche come «le platee che recuperano sono quelle che più hanno sofferto la crisi: e cioè quella femminile e quella dei giovani avvocati, che possono rappresentare una base interessante di ripresa».

Tuttavia, più di 100mila avvocati hanno dichiarato un reddito inferiore a 20mila euro, mentre le donne, nonostante la crescita reddituale superiore di due punti rispetto ai colleghi, continuano a guadagnare la metà.

113mila le avvocate e 126mila gli avvocati. Gli avvocati in attività sono ancora 240.019, con una leggera diminuzione dello -0,7%. Secondo i ricercatori Censis, questa diminuzione è dovuta al calo demografico della popolazione generale.

Infatti, il rapporto tra abitanti e avvocati è lo stesso rispetto al 2021, ovvero, 4,1 ogni 1000 abitanti. Gli iscritti sono preoccupati proprio per il sovraffollamento, dato che la metà degli avvocati intervistati ritiene che l’eccessiva concorrenza sia il principale fattore di rischio per i futuri redditi.

Sono le donne a sentirsi maggiormente in pericolo, tanto che il 39% ha pensato di abbandonare la professione, contro il 36% degli uomini. Effettivamente, 5.873 donne hanno abbandonato, contro  2.825 uomini.

Alla fine, il saldo tra cancellazioni e nuovi iscritti ha provocato 441 avvocati di meno.

Come sarà il futuro dell’avvocatura?

Ma il futuro sembra un po’ meno cupo. Cresce, infatti, la quota di coloro che giudicano la propria condizione migliore rispetto all’ultimo anno, di ben cinque punti. Ciro Maschio, il presidente della commissione Giustizia della Camera, sostiene che si debba «mettere mano alla riforma dell’accesso alla professione per mettere gli avvocati in condizione di competere sul mercato».

Anche il neopresidente del CNF, Francesco Greco, parla di apertura a nuovi mercati, sottolineando come «il 67% del fatturato dei legali proviene ancora dal contenzioso, ma esistono grandi margini fuori da questo ambito. Dobbiamo recuperare il valore della consulenza».

Tuttavia, Greco si dice scettico riguardo l’attuale percorso di specializzazione: «Così com’è il regolamento non serve, non porta valore aggiunto».

Federico Freni, sottosegretario all’Economia, pone l’accento sull’importanza per le Casse dei professionisti, annunciando «un testo cornice in arrivo entro giugno, che lascia più liberi gli investimenti delle Casse, eliminando limiti e tetti percentuali di allocazione del patrimonio».

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