Se sei stato assolto in un processo, ora hai il diritto di richiedere che il tuo nome venga cancellato dai vari motori di ricerca.
La storia dell’inchiesta, dalle prime indagini al dibattimento resteranno disponibili; ma se sei innocente e non sei stato condannato potrai pretendere di non essere trovato all’interno dei siti che ti hanno citato. Sparirai definitivamente dai motori di ricerca grazie alla riforma Cartabia.
Sparire dal web
Il “diritto all’oblio” non è soltanto oggetto di discussione tra giornalisti e garantisti, perché ora è realtà. E’ l’articolo 64-ter della riforma Cartabia, intitolato “Diritto all’oblio degli imputati e delle persone sottoposte ad indagini”.
Dal primo gennaio, dunque, un assolto potrà chiamare qualsiasi testata giornalistica per richiedere di eliminare il suo nome da tutti gli articoli. Dovrà sparire dal web, e per legge, la testata giornalistica dovrà acconsentire.
Enrico Costa, parlamentare di Azione, era talmente entusiasta dell’entrata in vigore dell’emendamento da lui firmato tanto da twittare: «Dal 1° gennaio 2023 sarà vigente la mia proposta sull’oblio per gli assolti: i motori di ricerca dovranno dissociare i nomi degli assolti dalle notizie circolanti in rete sulle inchieste da cui sono risultati innocenti».
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Secondo la legge Cartabia: «L’imputato destinatario di una sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere e la persona sottoposta alle indagini destinataria di un provvedimento di archiviazione possono richiedere che sia preclusa l’indicizzazione o che sia disposta la deindicizzazione, sulla rete Internet, dei dati personali riportati o che sia disposta la deindicizzazione, sulla rete Internet, dei dati personali riportati nella sentenza o nel provvedimento, ai sensi e nei limiti dell’articolo 17 del regolamento del Parlamento europeo del 27 aprile 2016».
Alcuni deputati del M5S hanno cercato di far passare un ordine del giorno – che alla fine non è passato – per far sì che «le norme non si applichino quando il soggetto o i comportamenti posti in essere dallo stesso abbiano rilevanza pubblica».
Sempre secondo Costa, la norma «non interessa i processi di persone estremamente in vista e popolari, ma soprattutto le persone semplici che vanno a cercare un lavoro e potrebbero non ottenerlo perché da una ricerca in rete di chi gli fa l’indagine compare subito la notizia della sua indagine benché sia stato assolto».
Lo spirito dell’emendamento «è molto lineare: lo Stato deve essere messo in condizione di indagare e chiamare a rispondere le persone, ma deve anche garantire, se le persone risultano innocenti e sono state assolte, che possano tornare nella società con la stessa immagine e la stessa reputazione, senza che rimanga una cicatrice indelebile».
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