Riforma della giustizia: ecco cosa prevede
È stato introdotto il divieto di esercitare funzioni giurisdizionali e, contemporaneamente, di rivestire cariche elettive e governative. Tutti i magistrati che hanno ricoperto cariche elettive o di governo per almeno un anno non potranno tornare a svolgere mansioni giurisdizionali. I candidati non eletti, invece, non potranno lavorare nella Regione che ricomprende la loro circoscrizione elettorale.
I candidati non eletti non potranno nemmeno assumere incarichi direttivi o svolgere funzioni penali. I magistrati che hanno svolto ruoli di capo di gabinetto, capo dipartimento e segretario generale nei ministeri per almeno un anno, dovranno restare fuori ruolo per un anno. Non potranno ricoprire incarichi elettivi per tre anni.
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La riforma ammette soltanto un passaggio di funzione tra requirente e giudicante nel penale, entro 10 anni dall’assegnazione della prima sede.
Attualmente, sono 200 i magistrati fuori ruolo ammessi dalla legge. La riforma riduce il limite. Tuttavia, il numero preciso sarà stabilito con i decreti attuativi. I magistrati non potranno essere collocati fuori ruolo prima di 10 anni dall’effettivo inizio dell’esercizio delle funzioni giurisdizionali.
La Camera dei Deputati ha approvato la riforma della Giustizia, proposta dal ministro Marta Cartabia. Il testo, per diventare legge dovrà ricevere l’ok del Senato.
Per accedere al concorso pubblico per entrare in magistratura, lo si potrà fare direttamente dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza. Non c’è più obbligo di frequenza delle scuole di specializzazione. L’organizzazione dei corsi di preparazione al concorso in magistratura per i tirocinanti è affidata alla Scuola Superiore della Magistratura. L’esame consisterà in tre elaborati scritti, e le materie orali verranno ridotte.
L’assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi verrà deciso a seconda dell’ordine cronologico dei posti scoperti. I fascicoli personali di ogni magistrato verranno aggiornati ogni anno, non più ogni quattro.
Oggi, i membri del Csm sono 24, ma torneranno ad essere 30. Assieme ai tre componenti di diritto, troveremo 20 membri togati e 10 laici. Verrà rispettata la parità di genere durante la scelta delle candidature da parte del Parlamento.
I membri delle commissioni verranno proposti dal Comitato di Presidenza. È necessaria l’approvazione del plenum per la formazione delle commissioni, che resteranno in carica per 16 mesi, consentendo in tal modo tre rinnovi.
La segreteria e l’ufficio studi, che oggi conta soltanto magistrati, ammetterà anche la partecipazione di avvocati, dirigenti amministrativi e professori universitari che supereranno un concorso. Attualmente, il segretario generale del Csm viene scelto dal plenum. Nel futuro, verrà individuato dal comitato di presidenza, e successivamente verrà approvato dal plenum.
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