Corte UE contro il ricorso di Ungheria e Polonia sullo Stato di diritto
Oggi, la Corte europea di Giustizia respinge il ricorso che i governi della Polonia e Ungheria presentavano. Esso riguardava il regolamento che condiziona l’esborso del denaro comunitario al rispetto dello stato di diritto. Nei mesi scorsi, anche l’avvocato generale si esprimeva contro il ricorso e ora la Commissione europea potrebbe agire contro i due paesi.
Respinto ricorso sullo Stato di diritto, l’esborso del denaro comunitario per Polonia e Ungheria
Ora, la magistratura ordinaria ricorda nella sua sentenza che:
“Il regolamento mira […] a proteggere il bilancio dell’Unione europea da pregiudizi derivanti in modo sufficientemente diretto da violazioni dei principi dello stato di diritto, e non già a sanzionare, di per sé, violazioni del genere […] il rispetto da parte degli Stati membri dei valori comuni sui quali l’Unione si fonda […] giustifica la fiducia reciproca tra tali Stati”
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Poi, a questa testimonianza si aggiunge il commento della Corte europea di Giustizia, che afferma:
“Poiché tale rispetto costituisce una condizione per il godimento di tutti i diritti derivanti dall’applicazione dei Trattati, l’Unione deve essere in grado, nei limiti delle sue attribuzioni, di difendere tali valori”.
Quindi, i giudici comunitari chiedevano ai governi ungherese e polacco di assumersi i costi dell’iter processuale. Inoltre, ricordiamo che la sentenza non può essere oggetto di appello.
Il parere dei liberali: violazione dello stato di diritto? Si blocchino i fondi
A tal proposito, forti sono le voci dei liberali di Renew Europe, che spiegano in un comunicato che la Commissione non ha più scuse. Infatti, proseguono, deve ora applicare il Regolamento già approvato l’anno scorso che prevede di bloccare fondi di coesione nel caso di violazione dello stato di diritto. Effettivamente, Bruxelles si tratteneva finora nell’applicazione delle norme, in attesa della sentenza.
Nello specifico, qual è il danno che affligge i due governi?
- Varsavia: una controversa riforma della giustizia;
- Budapest: non rispetta la libertà d’espressione.
Respinto ricorso sullo stato di diritto per Polonia e Ungheria, uno sguardo su quest’ultima
A questo punto, ricordiamo che i piani sono propedeutici all’esborso del denaro proveniente dal Fondo per la Ripresa e la Resilienza. Dunque, alla Polonia spetterebbero sussidi per 23,9 miliardi di euro. Invece, all’Ungheria il denaro a fondo perduto ammonta a 7,2 miliardi di euro.
Tra l’altro, la sentenza aggrava ulteriormente la spaccatura nell’Unione europea in un contesto internazionale difficile. I giorni scorsi si caratterizzavano per essere in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento. Allora, il premier Viktor Orbán faceva intuire la possibilità per l’Ungheria di uscire dall’Unione europea.
Questo fa strano se si considera che nell’ultimo Eurobarometro gli ungheresi si dimostravano tra i più europeisti. Effettivamente, il 53% degli ungheresi ritiene l’Unione “un luogo di stabilità in un mondo caotico”. La media europea è del 50%.
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