25 Ottobre 2021

Presunzione di innocenza e cronaca giudiziaria

Presunzione di innocenza e cronaca giudiziaria. Il parere di Violante

Luciano Violante, ex presidente della Camera ed ex magistrato, commenta a Il Dubbio le nuove norme sulla presunzione d’innocenza e il loro effetto sulla cronaca giudiziaria.

LA PRESUNZIONE D’INNOCENZA

Il prossimo 8 novembre, il governo italiano presenterà il decreto legislativo con cui recepisce la direttiva (UE) 2016/343.

La direttiva introduce il concetto di presunzione d’innocenza, simile ma non uguale a quello di presunzione di non colpevolezza presente nel nostro ordinamento.
All’art. 27, co. 2, la Costituzione afferma chiaramente che l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le norme di derivazione europea impediranno ai magistrati di presentare come colpevoli sia gli indagati che gli imputati rinviati a giudizio, fino a un’eventuale condanna definitiva.
Solo i pm possono parlare di “colpevolezza” allo dopo di ottenere misure cautelari dal gip o il rinvio a giudizio dal gup. Ma possono farlo solo per le «indicazioni necessarie a soddisfare i presupposti, i requisiti e le altre condizioni richieste dalla legge per l’adozione del provvedimento».

EFFETTI SULLA CRONACA GIUDIZIARIA

In un’ intervista a Il Dubbio, Violante spiega come le nuove norme sulla presunzione d’innocenza potrebbero sciogliere il circolo vizioso che si è creato fra giustizia, informazione e politica, caratterizzato dalla mortificazione pubblica degli accusati:

« il diritto alla dignità è spesso leso dalle cronache giudiziarie. Così com’è vero che se il poliziotto o il magistrato non vi [ai giornalisti] desse la notizia, voi non la pubblichereste. E se voi non la pubblicaste, quel poliziotto o quel pm non acquisirebbero importanza e visibilità pubblica».

E ancora:

«se è certamente vero che già le norme del 2006 vietano di dare nomi e foto del singolo pm, è vero che, se vengono pubblicati, quel magistrato comincia a essere importante e rispettato […] E si crea una carriera parallela a quella professionale, a volte più prestigiosa e a volte presupposto per l’altra. E poi colpisce a volte una coincidenza.[…]
Se per caso l’indagine di quel tale pm comincia a perdere d’interesse e attenzione, salta fuori a volte la notizia che nei suoi confronti è stato sventato un attentato. L’indagine riprende quota».

Secondo Violante, l’introduzione della presunzione di innocenza e di tutti i suoi annessi non sarà sufficiente a imporre alla cronaca giustizia quella sobrietà che norme precedenti avevano già introdotto. Serve di più:

«Serve un accordo e un cambio di registro concordato nel sistema della comunicazione. […]
Voi giornalisti avete concordemente smesso di fare i nomi delle ragazze vittime di violenza sessuale: perché non si può adottare un maggiore self restraint sulle persone indagate?»

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