Il Ministero della Giustizia è all’opera su una proposta legislativa che estenda anche alla prossima sessione dell’esame per diventare avvocato le modalità attualmente utilizzate.
Nella nota dello scorso 18 settembre si legge:
«Per lo svolgimento dell’esame di abilitazione alla professione di avvocato, la Ministra della Giustizia Marta Cartabia sta lavorando, insieme ai tecnici del Ministero, per proporre anche per la prossima sessione 2021 la stessa formula adottata per la sessione 2020, iniziata lo scorso mese di maggio. Il perdurare dello stato di emergenza sanitaria, correlata alla pandemia da Covid-19, rende opportuno evitare ancora che si svolgano a dicembre le tradizionali prove scritte, con il successivo assembramento di migliaia di candidati per più giorni e molte ore».
ESAME AVVOCATO, LE MODALITÀ ATTUALI
Dato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2021, e i rischi di aggregare migliaia di aspiranti avvocati in un unico luogo, anche per il 2021 l’esame di avvocato sarà strutturato con due prove orali e nessuna prova scritta.
La prima prova orale sostituisce le tre prove scritte e si configura come una discussione su una questione pratico-applicativa. In particolare, consiste nella soluzione di un caso in materia civile, penale o amministrativa.
La discussione non si svolge dal vivo, bensì con la commissione esaminatrice collegata da remoto.
Il candidato non può collegarsi da casa propria, ma deve recarsi presso gli uffici giudiziari del distretto della Corte d’Appello di appartenenza o presso i Consigli dell’Ordine degli Avvocati.
Alla prima prova orale segue la seconda, la cui formulazione non è diversa da quella classica, se non per il fatto che anche questa è svolta tramite videoconferenza.
Questa seconda prova prevede la discussione di brevi questioni relative a 5 materie che il candidato sceglie al momento dell’iscrizione all’esame, oltre alla deontologia professionale. Tra le materie deve esserci almeno una procedura, civile o penale.
RISOLTO IL PROBLEMA DEI RITARDI?
Il Ministero della Giustizia comunica che le modalità straordinarie utilizzate per lo svolgimento dell’esame di abilitazione forense, introdotte con il Decreto Legge n. 31 del 13 marzo 2021, hanno anche permesso di recuperare il ritardo dovuto al rinvio delle precedenti prove scritte, fissate a dicembre 2020:
«Ad oggi, il 90% dei candidati praticanti-avvocati ha infatti già sostenuto la prima prova orale, sostitutiva delle prove scritte, avente ad oggetto l’esame e la discussione di una questione pratico applicativa, nella forma della soluzione di un caso, in una materia a scelta tra diritto civile, diritto penale e diritto amministrativo. L’inizio delle seconde prove orali, che si dovrebbero concludere entro la fine dell’anno, è imminente».
Si attendono ulteriori sviluppi.
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