Il certificato medico inviato in ritardo motiva eventuali provvedimenti disciplinari, tra cui il licenziamento, perché configura l’assenza ingiustificata da parte del lavoratore.
Questo il principio ribadito dalla sentenza n. 18956/2020 della Cassazione.
IL CASO
Una lavoratrice non si reca a lavoro per malattia dal 3 ottobre al 2 novembre 2014 e nei giorni 8 e 9 febbraio 2015, ma il certificato medico giunge in ritardo all’azienda. La titolare procede con il licenziamento disciplinare a causa delle assenze ingiustificate.
Si procede per vie legali e la Corte d’Appello conferma l’assenza ingiustificata della lavoratrice tra il 3 e l’8 ottobre 2014, periodo non coperto dal certificato medico, giunto in ritardo, e ritiene adeguato il licenziamento, considerando l’esistenza di una precedente contestazione e una successiva ulteriore assenza ingiustificata nei giorni 8 e 9 febbraio 2015.
L’ASSENZA INGIUSTIFICATA LEGITTIMA IL LICENZIAMENTO
La lavoratrice non accetta la decisione della Corte e ricorre in Cassazione sollevando quattro motivi. Tra questi, proprio il fatto che le sia stata contestata l’assenza ingiustificata nonostante avesse presentato la certificazione medica e che tale condotta sia stata erroneamente ritenuta rilevante ai fini del successivo licenziamento, sanzione considerata sproporzionata.
La Cassazione ritiene infondate tutte le lagnanze della lavoratrice e conferma quanto espresso dalla Corte territoriale, ovvero che «devono qualificarsi in termini di assenza ingiustificata i giorni di assenza risultati solo a seguito del tardivo invio di certificazione medica riconducibili a uno stato di malattia».
Ciò significa che la condotta della lavoratrice giustifica la legittimità del licenziamento deciso dall’azienda.
Qui il link al testo della sentenza n. 18956/2020 della Cassazione sul licenziamento legittimo in caso di assenza ingiustificata e certificato medico in ritardo.
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