la giustizia riparte

30 giugno 2020: la giustizia riparte?

Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia al DL “Intercettazioni” cancella la norma che aveva esteso lo stop dei Tribunali al 31 luglio (ossia, a settembre). Il governo si è dimostrato favorevole, quindi dal 30 giugno la Giustizia riparte.

Ma prima di parlare della ripartenza, cerchiamo di capire perché la Giustizia si sia fermata.
A spiegarcelo ci pensa Alberto Balboni, firmatario dell’iniziativa, senatore e avvocato, che, in un’intervista a Il Dubbio, dice: «Si metta nei panni di un presidente di Tribunale. Si trova davanti l’articolo 83 del Cura Italia, giusto? Vi trova scritto che dipende tutto da lui. Tutto. Riaprire o no le aule di Giustizia, consentire lo svolgimento delle udienze o rinviarle, adottare cautele o riprendere l’attività. Lei che farebbe, al suo posto? Hanno chiuso tutto. Si son detti: “E chi me lo fa fare di rischiare? Come sono perseguibili i titolari delle aziende con casi di contagio da COVID, così sarei perseguibile io”. Perciò hanno bloccato l’attività nei tribunali. L’errore, madornale, commesso dal governo è stato scaricare su di loro la responsabilità».

L’Avv. Maria Masi, presidente facente funzioni del Consiglio Nazionale Forense, commenta così la prospettiva: «la ripartenza della Giustizia dal 30 giugno sarebbe sicuramente un bel segnale per gli avvocati e per i cittadini che attendono da mesi di veder riconosciuti i propri diritti».

E aggiunge che la Giustizia deve ripartire con «la più ampia e continuativa presenza dei cancellieri in tribunale: come più volte sottolineato, questa condizione è necessaria e funzionale all’attività giurisdizionale stessa».

L’Avv. Masi fa però sapere che è facoltà di ogni ufficio giudiziario anticipare il riavvio delle attività, a patto che vi siano le condizioni per farlo.

Quindi, va tutto bene? La Giustizia riparte e non c’è nessun intoppo?

Più o meno.

Come fa notare la giornalista Claudia Morelli su un articolo su Altalex, l’approvazione dell’emendamento porrebbe «un problema di coordinamento con quanto già deciso con la legge di conversione del decreto “Liquidità”, che ricordiamo dispone che tutte le udienze calendarizzate dall’11 maggio 2020 fino al 31 luglio 2020 dovranno svolgersi con modalità tali da assicurare il rispetto dei principi di sicurezza sanitaria per contenere gli effetti della pandemia».


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