Lo stigma del ciccione attraversa tutte le età, soprattutto nel mondo del web, visto l’alto numero di haters spietati. Attaccare una persona per il suo aspetto fisico risulta molto “semplice”: dalla parte opposta del ciccione, c’è l’adolescente sottiletta, che magari è così di costituzione, oppure lotta contro l’anoressia. Ma si pensi anche a quel collega tormentato da disturbi dermatologici, come acne o psoriasi.
Potremmo andare avanti all’infinito, facendo anche innumerevoli esempi del mondo della disabilità, che spesso comporta problematiche da supportare, non da deridere. La pratica di ridicolizzare ed isolare una persona per il suo aspetto fisico, il body shaming, non ha limiti, anzi: si diffonde sempre più.
Body shaming e disturbi alimentari
In Parlamento si sta pensando ad una legge agile, composta di sei articoli, proposta dalla deputata Martina Semenzato, che guida l’intergruppo sul body shaming e sui disturbi alimentari. Di recente è stata presentata anche una mozione per quanto riguarda i disturbi dell’alimentazione e della nutrizione, che in Italia corrispondono a 3,6 milioni di casi.
Per Semenzato «il body shaming è un atto vile, di bullismo e razzismo, che ci costringe nel fisico e nella psiche. La gente si sente legittimata a denigrare il corpo, e da lì prende avvio la pdl per l’istituzione della giornata contro il body shaming».
«Si parte dal focus dell’educazione, in primis dei giovani. E si inizia da un tema urlato, come quello del body shaming, per dare luce a una malattia silenziosa che è quella dei disturbi alimentari», conclude Semenzato.
Per la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Roccella, «influencer e sportive sono preziosissime per questo, sappiamo quanto nello sport il condizionamento sul corpo sia pericoloso. La giornata del body shaming è un segno di attenzione del governo: se non stiamo attenti a questo non saremo in grado di creare un futuro migliore ripristinando valori senza perdere libertà, non vietando ma aprendo a una idea di comunità inclusiva».
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Il Cnel dovrebbe contribuire al progetto grazie all’istituzione di un Osservatorio sul fenomeno. «Per contrastare il body shaming sempre più diffuso e più in generale i fenomeni denigratori dell’aspetto fisico serve una strategia trasversale che veda fianco a fianco istituzioni, corpi intermedi, scuola, Terzo settore e il mondo dello sport», afferma Brunetta.
Prosegue il ministro per la PA: «Il body shaming è un fenomeno preoccupante con conseguenze sul benessere psicofisico e sulla salute, tanto che è tra le prime cause di disturbi alimentari anche gravi, e ha ripercussioni pesanti nella scuola, dove spesso sfocia in bullismo e discriminazione, e nei luoghi di lavoro».
«Dobbiamo mettere in campo tutti i mezzi e le risorse a disposizione per tutelare le persone più deboli. […] Per analizzare gli effetti di questo fenomeno, sia dal punto di vista sociale che economico studieremo la possibilità di istituire presso il Cnel un Osservatorio sugli effetti dei fenomeni denigratori delle caratteristiche fisiche con il coinvolgimento di tutte le parti sociali».
La giornata di sensibilizzazione, che si terrà ogni anno il 16 maggio, avrà lo scopo di «sensibilizzare i cittadini sulla gravità dei comportamenti offensivi che hanno come obiettivo la denigrazione del corpo di una persona», ma anche a promuovere «ogni iniziativa utile».
Il focus sarà principalmente sulle scuole, che dovranno promuovere iniziative per la comprensione delle condotte che denigrano o ridicolizzino una persona a causa del suo aspetto fisico, ma soprattutto delle «conseguenze che ne derivano sulla salute fisica e psicologica delle persone colpite, nonché a promuovere l’accettazione del proprio corpo».
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