Camilla è un prototipo di concierge meta-umana, sviluppata da CSI Piemonte con l’ausilio dell’intelligenza artificiale generativa. Per il momento, Camilla risponde soltanto alle domande su CSI e sulle attività che svolge. Si tratta, comunque, della prima tecnologia sulla quale potrebbero basarsi gli assistenti digitali del futuro per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi pubblici digitali.
Dichiara il direttore generale di CSI Piemonte, Pietro Pacini: «Abbiamo suscitato l’interesse di molti nostri consorziati, che hanno fatto richiesta per poterla usare nelle loro strutture. Potrebbe rendere accessibili i servizi ai cittadini 24 su 24, sette giorni su sette».
Con l’avvento dell’IA generativa è possibile rivoluzionare anche la progettazione, l’erogazione e la fruizione dei servizi pubblici digitali. In ogni caso è necessario attendere entro la fine dell’anno l’approvazione dell’AI Act da parte dell’Ue, che conterrà elementi chiave quali libertà, dignità, giustizia, democrazia, uguaglianza e non discriminazione.
Nell’attesa, i riferimenti normativi si rifanno a quelli esistenti, ovvero al Gdpr, le Linee guida di design per i siti e i servizi digitali della Pubblica Amministrazione, con Determinazione n. 224/2022 e il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino.
Il mondo della PA, inoltre, deve prestare molta attenzione per quanto riguarda l’applicazione dell’IA, visto che non sono in alcun modo consentiti bias o allucinazioni.
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Uno degli impieghi possibili dell’IA generativa è l’interazione con i cittadini tramite assistenti virtuali capaci di fornire informazioni e di dialogare. Chiaramente, all’inizio il cliente sarà un esperto del settore, non il cittadino.
Quello che consentirà una concierge come Camilla sarà la gestione più rapida di attività ripetitive, mantenendo dei bassi margini d’errore.
Importante la questione etica. Per Benedetta Giovanola dell’Università della Macerata: «La domanda da cui dovremmo sempre partire riguarda quello che i sistemi di IA che usiamo possono fare per contribuire al bene della collettività. In questo modo potremmo integrare fin dall’inizio i valori etici che devono essere presenti in ogni fase di utilizzo dell’IA».
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